Vertice di Berlino: regolare la finanza internazionale

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«Nessun mercato finanziario, nessun prodotto finanziario, nessun attore di mercato puಠagire senza regolamentazione e sorveglianza», mentre chi non coopererà   sarà   soggetto a sanzioni: su questi punti c’è stato accordo unanime durante il Vertice che ha riunito a Berlino i leader dei Paesi europei membri del G20.
All’incontro di Berlino, organizzato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel in preparazione del G20 che si terrà   a Londra il 2 aprile prossimo, erano presenti i capi di Stato e di governo dei Paesi europei appartenenti al G8 (Germania, Francia, Regno Unito e Italia) più quelli spagnoli e olandesi, il premier ceco nella veste di presidente di turno dell’UE, il presidente della BCE Jean-Claude Trichet, quello dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso. Il documento finale del Vertice descrive «tesa» la situazione dei mercati finanziari e sottolinea come siano più che mai necessari riforme strutturali e investimenti pubblici. Secondo il premier britannico, Gordon Brown, «le istituzioni internazionali hanno bisogno di almeno 500 miliardi di dollari», mentre Angela Merkel ha sottolineato come interventi eccezionali siano giustificati dal fatto che si è di fronte «alla crisi peggiore degli ultimi decenni».
Sotto accusa soprattutto i fondi speculativi, che con le loro volatilità   e opacità   hanno contribuito in modo determinante alla crisi finanziaria internazionale. I fondi d’investimento ad alto rischio (cosiddetti hedge funds) dovrebbero quindi rispondere ad autorità   di supervisione e/o di mercato competenti per i mercati in cui operano, nonchà© essere soggetti a obbligo di registrazione e ad una raccolta dati di tipo «strutturale», per valutare meglio il settore e il potenziale di «rischio sistemico». Anche le agenzie di rating dovrebbero essere soggette all’obbligo di registrazione e la loro supervisione dovrebbe andare oltre l’approccio auto-regolatorio, mentre dovrebbero essere introdotte sanzioni per i paradisi fiscali, cioè contro le giurisdizioni che non collaborano o che non offrono un soddisfacente grado di trasparenza nelle aree della supervisione, della lotta al riciclaggio, della lotta al finanziamento di attività   terroristiche e nella sfera fiscale.

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