Valutazione dei programmi nazionali di riforma: le conclusioni dell’EAPN

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In occasione deIla conferenza annuale di politica tenutasi il 9 ottobre, l’EAPN ha pubblicato la valutazione sui programmi di riforma nazionale del 2015, dal titolo “Può il Semestre adempiere sulla povertà e la partecipazione?” in collaborazione e presso il Comitato economico e sociale europeo.

Ogni Paese membro dell’EAPN ha valutato quante le proprie riforme nazionali fossero distanti dagli obiettivi posti in Europa 2020, con particolare riguardo a quelli relativi alla povertà, nonché all’educazione e all’occupazione.

La relazione mette in luce la continua difficoltà di allineare obiettivi economici e sociali per ridurre la povertà e come il taglio di benefici e servizi a causa delle misure di austerità non abbiano aiutato il raggiungimento di questo obiettivo.

Nonostante questo rilievo, molte città hanno visto una crescita e degli investimenti nel campo della sanità, dell’istruzione e dei servizi sociali che permettono di promuovere una tassazione più favorevole, che possa supportare la redistribuzione e ridurre la diseguaglianza e sistemi finanziari di protezione sociale.

Tuttavia, sono pochi i programmi che si focalizzano sul contrasto alla povertà, né provvedono a dare chiare giustificazioni sull’andamento attuale o a proporre strategie da realizzare.

Attorno al concetto di lavoro vi sono delle perplessità in ordine alla sua concezione quale misura di contrasto alla povertà: non rileva solo la presenza del lavoro, ma anche la qualità dello stesso e la stabilità che esso può fornire.

Lo studio sulle priorità individuali dei gruppi appare realizzato ad hoc, anziché basato sulle vere necessità dei singoli gruppi in ogni città e in accordo con le strategie UE: infatti, mancano politiche di contrasto alla discriminazione, alla povertà e di inclusione dei migranti e delle minorità etniche.

Nel complesso, nonostante la scarsa realizzazione di politiche in equilibrio con gli obiettivi dell’EAPN, gli Stati membri di questo organo sembra abbiano fatto dei deboli progressi grazie anche alle sollecitazioni di Commissione e Consiglio: un nuovo passo sarà quello del coinvolgimento della società civile per la realizzazione di programmi chiave di contrasto alla povertà.

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