Troppe sfumature di violenza sulle donne

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Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1999.

È inutile sottolineare la fondamentale importanza di questa giornata. Ad oggi, infatti, i dati ISTAT non sono confortevoli: i dati relativi alla violenza perpetuata sul genere femminile sono ancora troppo elevati. Nel 2014 sono state infatti più di 6 milioni le donne vittime di violenza, un dato che rappresenta il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e 70 anni. Non solo, il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 16,1% ha subito azioni di stalking e 652 mila donne hanno subìto stupri e sono state 746 mila le vittime di tentati stupri.

È proprio questo il senso del 25 novembre di ogni anno: contare le vittime, urlare il loro nome e ricordare che la violenza si perpetua quotidianamente.

Si tratta di un monito che non si rivolge solamente agli uomini, ma anche alle donne, affinché sappiano che la violenza subita non è mai giustificabile, non è mai l’espiazione di una loro colpa.

Per fortuna non sono ci sono solo dati negativi: dal 2009 sono quasi raddoppiate le denunce alle forze dell’Ordine (dal 6,7% all’11,8%). Ma non basta, è di fondamentale importanza incoraggiare il lavoro sul territorio dei centri antiviolenza, affinché continuino con la sensibilizzazione, l’accoglienza e l’aiuto per le donne in difficoltà.

Ma non solo, è necessario continuare a far sì che si smetta di vedere la donna come un oggetto di una violenza che troppo spesso non viene considerata tale. Troppo poco si parla dell’impatto che ha la violenza psicologica, nonché quella che la società impone quotidianamente alle donne. Al di là degli atti che ci vengono in mente quando parliamo di violenza, non bisogna dimenticarsi della quotidiana umiliazione che le donne subiscono nel momento in cui vengono discriminate al lavoro o in famiglia in quanto tali.

La donna viene violata ogni volta che accanto al suo nome compare l’immagine dell’angelo del focolare, ogni volta che le viene chiesto perché e quando avrà dei figli come se fosse l’unico scopo della sua esistenza, ad ogni commento inappropriato sul fisico o sull’abbigliamento. Ogni volta che viene proposto di firmare un foglio di dimissioni in bianco, o quando la politica decide di non sostenere il sussidio di paternità, si subisce una violazione di genere.

La parità è un termine che viaggia a 360 gradi, le parole e le azioni quotidiane che troppo spesso non vengono considerate violente si rivelano invece tali.

Non è una giornata rivolta agli uomini, è una giornata con una dedica speciale alle donne: affinché tutte prendano coscienza del loro valore e del loro ruolo nella società. Perché capiscano di non valere meno e di non aver bisogno di umiliarsi per riuscire ad ottenere ciò che meritano.

Perché come diceva una delle più grandi donne del nostro Paese “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”(Rita Levi Montalcini).

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