Transizione verde: per il CESE è giunto il tempo di agire

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Presentato il parere del Comitato sulle proposte legate al futuro delle politiche ambientali europee

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha formulato, su richiesta della Presidenza croata del Consiglio Europeo, il proprio parere sulla “transizione verde europea” annunciata quale priorità politica del prossimo futuro dalle istituzioni dell’Unione:  in prima istanza, dalla Commissione nel suo piano per un “Green deal europeo”; in seconda battuta, dalle Conclusioni del Consiglio europeo e dalla risoluzione del Parlamento europeo, che hanno manifestato la volontà di fare dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici una priorità nell’ambito della ricostruzione post-coronavirus.

Nel proprio parere, il CESE ha sottolineato l’importanza di assicurare che la transizione verso un’economia ad emissioni zero sia condotta all’insegna dell’equità sociale, evitando che le aree geografiche ed i settori economici – e i loro cittadini e addetti – maggiormente coinvolti da conseguenze negative sul breve termine (chiusura di impianti altamente inquinanti e aumento della disoccupazione, per citare le principali) siano costretti a pagare da soli il prezzo della transizione. In tal senso, il CESE evidenzia l’importanza di coinvolgere tutti i cittadini, le comunità locali e le realtà economiche nella definizione delle politiche da adottarsi, sottolineando altresì l’importante ruolo svolto dal Fondo per la transizione giusta nel realizzare azioni compensative e di supporto rivolte ai soggetti maggiormente esposti.

Tra le priorità delle future politiche ambientali, il CESE individua in primo luogo la necessità di azzerare il consumo di combustibili fossili nella produzione energetica europea e globale: tali fonti attualmente rispondono all’80% del fabbisogno energetico mondiale, rendendosi responsabili di due terzi delle emissioni di CO2; in Europa, attualmente, il carbone e la lignite forniscono ancora un quarto dell’energia necessaria. In considerazione del fatto che il 70% degli investimenti nel settore energetico provengono da fonte direttamente o indirettamente governativa, gli sforzi congiunti delle istituzioni europee e nazionali saranno fondamentali per la realizzazione di un piano di decarbonizzazione efficace ed in linea con gli obiettivi degli accordi di Parigi, per il cui conseguimento si stimano necessari nuovi investimenti pari a 300 miliardi annui.

Il CESE ritiene inoltre fondamentale agire concretamente per agevolare la riallocazione delle risorse attualmente investite nel settore dei combustibili fossili, approvando la proposta per un Meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera – finalizzato a scoraggiare l’importazione extra-UE di beni prodotti attraverso processi ad alto livello di emissioni – e incoraggiando l’adozione di nuovi incentivi al ricorso a fonti di energia rinnovabili.

Per approfondire: il comunicato del CESE

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