Tolleranza zero alle mutilazioni genitali femminili

875

L’ Unione Europea, nella Giornata internazionale per il contrasto alle mutilazioni genitali femminili, ”rinnova il suo impegno nel ”sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale per sradicare questa pratica che viola i diritti delle donne e la loro integrità fisica e mentale”. Nella documento, approvato il 6 febbraio, si definisce prioritaria la ”prevenzione”, accompagnata  dalla necessità ”di integrare le legislazioni nazionali che proibiscono la pratica, aumentando la consapevolezza sulle terribili conseguenze delle mutilazioni genitali femminili sulla salute psico-fisica di donne e ragazze” e ”fornendo servizi di sostegno alle vittime”.

N ella nota si evidenzia come  ”l’Ue stia adottando azioni all’interno e al di fuori dei suoi confini”: ogni anno nel mondo le mutilazioni genitali femminili vengono praticate su un numero di bambine stimato tra i 2 e i 3 milioni, per la maggior parte sotto i 14 anni. Una pratica orribile praticata in 26 Stati africani, ma anche in Egitto, nello Yemen e in tutto il Medio Oriente: secondo il World Report 2012 di Human Rights Watch, questa barbaria è in aumento in Iraq e nel Kurdistan.

Anche in Europa, secondo stime Ue, sarebbero circa 500.000 le donne residenti infibulate, mentre in Italia ci sarebbero 93.000 donne a rischio, tra cui 7.700 bambine.

“Purtroppo i dati sono tristemente noti: una donna su cinque in Europa è stata vittima almeno una volta nella vita di violenza. L’aula di Strasburgo ha ribadito anche oggi il proprio impegno affinché l’UE metta in atto una strategia forte e multisettoriale per porre fine in tutto il mondo ad ogni forma di violenza contro le donne e le ragazze”, dichiara il Vicepresidente del Parlamento europeo e Presidente del gruppo di alto livello per l’uguaglianza di genere Roberta Angelilli.
“Nonostante lo scorso dicembre l’Onu abbia adottato all’unanimità una risoluzione che chiede a tutti i paesi del mondo di mettere al bando le mutilazioni genitali femminili ancora oggi sono pochi gli Stati membri che hanno legislazioni adeguate per prevenire e per punire questa pratica. Passaggio obbligato deve essere prima di tutto la ratifica da parte di tutti gli Stati membri della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, testo che definisce le mutilazioni genitali femminili come reato. A marzo -prosegue Angelilli- quando si svolgerà la 57° sessione della Commissione sullo status delle donne delle Nazioni Unite ci aspettiamo dall’Unione Europea un’azione incisiva affinché si sviluppi finalmente un piano globale coordinato a livello nazionale, europeo ed internazionale”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here