“Environmental fiscal reform potential” e “Floods & SME support & Environmental expenditure”, sono questi i titoli di due studi pubblicati dalla Commissione Europea e dedicati all’impatto positivo che sulla crescita potrebbero avere sia una fiscalità ecologica sia l’implementazione di azioni di protezione dalle inondazioni.
Secondo una delle due pubblicazioni, lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro all’inquinamento, secondo il principio chiave della politica ambientale dell’UE “chi inquina paga” genererebbe entrate per 35 miliardi nel 2016. Le entrate aumenterebbero in maniera continua e progressiva e potrebbero arrivare a 101 miliardi di euro, sia pure con forti differenze tra Stati membri: il gettito di questa fiscalità nel 2025 potrebbe raggiungere quote di PIL tra l’1 e il 2,5%.
Dalla seconda pubblicazione emerge, invece, che il costo totale approssimativo dei danni causati dalle inondazioni nell’UE, nel periodo 2002-2013, è stato di almeno 150 miliardi di euro. Investire in misure volte a ridurre le inondazioni avrebbe un costo dalle 6 alle 8 volte più basso rispetto a quello sostenuto per rimediare ai danni. Tra i vantaggi derivanti dagli investimenti nelle infrastrutture verdi vi è anche, secondo lo Studio, l’aumento della biodiversità.