Secondo i dati resi noti da Eurostat , i cittadini stranieri residenti nell’UE nel 2010 sono stati 32 milioni e mezzo, pari al 6,5% della popolazione totale, con un aumento che per il 2010 è stato di 670.000 unità .
Due terzi degli stranieri residenti nell’UE al 31 dicembre 2010 sono cittadini di un Paese terzo (20,2 milioni) mentre per i rimanenti 12 milioni circa, si tratta mobilità interna. Soltanto in alcuni Paesi (Lussemburgo, Irlanda, Belgio, Cipro, Repubblica Slovacca, Ungheria) il numero di stranieri residenti, provenienti da altri Stati UE è più elevato rispetto a quello di coloro che provengono da un Paese terzo.
Più del 75% degli stranieri residenti nell’UE si trova in Germania (7,1 milioni, pari al 9% della popolazione), Spagna (5,7 milioni – 12%), Regno Unito (4,4 milioni – 7%), Italia (4,2 milioni – 7%) e Francia (3,8 milioni- 6%)
I Paesi per i quali, in termini percentuali, è più elevata l’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione totale sono: Lussemburgo, (43%), Lettonia (17,4%) , Cipro (15,9%), Spagna (12,3%) e Austria (10,5%).
Per quanto riguarda le aree di provenienza Eurostat rileva che vivono in un altro Stato UE più di due milioni di cittadini romeni, più di 1milione di cittadini polacchi e altrettanti cittadini italiani.
I Paesi terzi maggiormente rappresentati tra gli stranieri residenti nell’UE sono invece la Turchia (oltre 2 milioni), il Marocco (2 milioni circa) e l’Albania (un milione circa).
Facendo riferimento allo Human Development Index elaborato dalle Nazioni Unite (calcolato su parametri volti a misurare i progressi compiuti dalle nazioni del mondo in tema di salute, educazione e condizioni di vita delle popolazione) Eurostat rileva che il 63,4% dei nati all’estero residenti in uno Stato UE è nato in una nazione considerata ad elevato livello di sviluppo (Europa, Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e, in parte, Sud America e Sud est asiatico).
L’ultimo dato rilevato da Eurostat è quello relativo alla distribuzione della popolazione per classi di età . A livello UE la popolazione straniera è più giovane di quella nazionale sia tra gli uomini sia tra le donne, soprattutto nella popolazione in età lavorativa.
Una lettura comparata delle distribuzioni per classi di età della popolazione nazionale, di quella straniera composta di cittadini UE che vivono in uno Stato membro diverso da quello in cui sono nati o di cui hanno la cittadinanza e di quella composta da cittadini non UE residenti in uno dei ventisette Paesi membri mette in evidenza come la classe di età 20-39 anni sia di gran lunga la più rappresentata nella popolazione straniera non UE (45%), sia decisamente numerosa anche tra gli stranieri «intra UE» (42%) e faccia registrare una percentuale decisamente più bassa all’interno della popolazione nazionale (27%).
Anche l’età media fa registrare differenze particolarmente significative: la popolazione nazionale a livello UE ha infatti un’età media di 41 anni e mezzo a fronte dei 34,4 anni registrati tra la popolazione straniera.
In alcuni Paesi, poi questa differenza è ancora più elevata, soprattutto laddove l’età media nazionale è più elevata del valore europeo e si combina con un’età media degli stranieri più bassa di quella registrata a livello UE (Grecia, Italia e Austria).