«Non è assolutamente l’Italia il Paese europeo con il maggior numero di rom né col maggior numero di campi rom» ha dichiarato il commissario europeo per l’Occupazione e gli Affari sociali, Vladimír Špidla, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.
Interpellato sul messaggio che intendeva inviare all’Italia, Paese alle prese con varie situazioni di difficile convivenza con le popolazioni rom e dove sono allo studio nuove misure di sicurezza, il commissario europeo ha risposto: «Il mio messaggio è uguale per tutti, se utilizzano tutte le misure a disposizione i risultati ci potranno essere». Špidla ha più volte citato il caso della Spagna, che con circa 700.000 rom (rispetto ai circa 120.000 in Italia) è il “vecchio” Stato membro dell’UE dove la presenza gitana è più numerosa: «Le politiche attuate dalle autorità spagnole hanno ottenuto buoni risultati, tra i quali una partecipazione dei rom al mercato del lavoro particolarmente elevata».
Il commissario europeo ha poi reso noto che in luglio presenterà una comunicazione sui rom, osservando: «La maggior parte dei rom vive in condizioni di povertà e di esclusione sociale», per questo e per favorire l’integrazione di questa popolazione è necessario trovare urgentemente «delle soluzioni nelle politiche sociali, sanitarie, della scuola, del lavoro, della formazione e anche della sicurezza».
Sulla questione dei rom in Italia, inaspritasi negli ultimi giorni, è intervenuto anche il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, secondo il quale la proposta del governo italiano di istituire dei “commissari per i rom” è «molto inquietante»: le indagini andrebbero svolte sulla base di crimini e non di gruppi etnici, ha osservato Hammarberg, mentre le generalizzazioni sono pericolose perché, se non si bloccano, «non bloccheremo mai le tendenze xenofobe».