Il Consiglio Competitività dei Ministri dell’UE ha raggiunto, il 29 maggio, un accordo sulla proposta di direttiva servizi del mercato interno, che secondo Martin Bartenstein (Ministro dell’Economia austriaco) il Parlamento europeo non dovrebbe aver difficoltà ad approvare in seconda lettura, portando a termine l’iter normativo entro la fine dell’anno: il testo rispetta infatti la netta riduzione del campo di applicazione della direttiva, introdotta dalla proposta di febbraio del Parlamento, e conferma la soppressione del principio del paese d’origine. Nuovo elemento del compromesso è il cosiddetto sistema di “screening”: ogni paese dovrà analizzare le proprie leggi individuando e giustificando, in un rapporto alla Commissione, tutti gli ostacoli che vengono opposti alle aziende estere per la prestazione di servizi sul territorio nazionale. Il tempo concesso per la trasposizione della direttiva a livello nazionale è di 3 anni.
La Commissione e il Parlamento si mostrano soddisfatti dell’accordo che avviene a un anno esatto dal referendum francese sulla Costituzione che diede il via al periodo di riflessione. In particolare, gli eurogruppi PPE-DE e PSE, artefici del compromesso di febbraio scorso, riconoscendo che il testo del Consiglio ha fatto proprie molte delle istanze parlamentari, evidenziano il ruolo chiave che il Parlamento puಠassumere in questioni di primaria importanza. I sindacati, pur dichiarandosi soddisfatti dell’accordo politico, attendono le ultime chiarificazioni sulla dimensione sociale della direttiva.
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