Saluto del Presidente del Parlamento Europeo

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Con l’ultima plenaria dell’anno è terminato il mandato di Jerzy Buzek, Presidente del Parlamento Europeo.
Il politico polacco, durante il suo intervento di saluto, ha sottolineato come l’Europa sia «un valore che si puಠcustodire e rafforzare solo nell’unità  », che non pregiudica l’appartenenza e l’identità   nazionali, ma semmai la valorizza in un contesto più ampio. «L’Europa comunitaria è stata costruita su un sogno e noi non abbiamo il diritto di gettarlo via», ha continuato da europeista convinto ricordando che «non possiamo mai dare per scontata l’integrazione europea, dobbiamo continuare a realizzarla ogni giorno».
Il Presidente uscente, ha poi percorso le grandi sfide che l’Unione e il Parlamento hanno affrontato negli ultimi due anni e mezzo di mandato, non nascondendo le difficoltà   dell’UE ad affrontare questo periodo di crisi. «Non abbiamo preso abbastanza precauzioni per difendere la nostra comunità   dagli ostacoli di oggi. La protezione degli interessi nazionali ha cominciato a erodere i nostri valori e così oggi l’Unione si muove verso una profonda crisi politica, finanziaria ed economica».
Buzek ha poi proseguito richiamando all’unità   e sollecitando i deputati a unire gli sforzi per uscire dalla crisi perchà© «i problemi che abbiamo davanti a noi riguardano tutti, nessuno escluso. Per questo le soluzioni devono essere trovate insiemeà¢à¢â€š¬à‚¦ per essere forti bisogna impegnarsi ogni giorno per un’Europa comune».
Il discorso del Presidente polacco è poi proseguito nell’analisi dell’operato del suo mandato, che ha portato all’approvazione del «six pack» sulla politica economica e sulla sorveglianza budgetaria, alla trasparenza nella politica di bilancio e che ha voluto maggiori investimenti per la ricerca, lo sviluppo e le tecnologie “green”, a tutela dell’ambiente. Mandato che si chiude con altri importanti risultati, come l’accordo sui brevetti unici nell’Ue e la firma del trattato di adesione della Croazia che diverrà  , nel luglio 2013, il 28esimo Stato membro. Rimane invece in ombra la politica orientale attuata della presidenza polacca, sopratutto in Bielorussia nei confronti del regime di Lukashenko e in Ucraina, nel processo che ha condannato al carcere Yulia Tymoshenko, ex leader del partito all’opposizione, estromettendola così dalla vita politica del paese in vista delle elezioni parlamentari del 2012.
Ricordando poi l’importanza del ruolo del Parlamento come «faro» per gli ideali di libertà   e di democrazia nella politica internazionale, il presidente uscente, si è poi rivolto ai direttamente ai cittadini ricordando loro che non esistono contraddizioni nell’essere un buon cittadino europeo e del proprio paese allo stesso tempo e sottolineando come l’interdipendenza tra le economie e le condizioni sociopolitiche dei paesi Ue necessitino di una reale cittadinanza europea. Buzek auspica dunque «l’edificazione di uno spazio civico europeo che alimenti un dialogo tra cittadini, che coinvolga le istituzioni territoriali, nazionali e comunitarie. Un dialogo che si concentri su temi «vicini» ai cittadini, dalla sicurezza alla solidarietà  , dalla cultura al lavoro».
Il discorso di saluto all’emiciclo è poi continuato con l’auspicio che il PE continui a lavorare per raggiungere «una nuova fase dell’integrazione politica ed economica», per realizzare «un’unione fiscale ed economica reale» che comprenda una governance condivisa dei processi e delle politiche economiche.
Concludendo il suo discorso Buzek ha ringraziato gli eurodeputati per la fiducia accordatagli in due anni e mezzo di mandato, e ha ricordato che «l’Unione Europea è un di un valore inestimabile per il quale vale la pena lavorare e vivere. Ma questo valore esisterà   se rimaniamo uniti». Per fare cià², continua il Presidente uscente, occorre «investire insieme nel nostro futuro, imparando dalla storia, evitando gli egoismi nazionali e rispettando le regole che ci siamo dati».
Il presidente Buzek terminerà   ufficialmente il suo mandato il 17 gennaio 2012.

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