Sul tavolo da un lato le proposte di cooperazione tecnologica, commerciale e politica che Gran Bretagna, Germania e Francia devono consegnare al neo insediato governo di Teheran e dall’altra la pressione di quest’ultimo che punta a stringere i tempi minacciando la ripresa delle attività di conversione dell’Uranio, possibile primo passo verso la costruzione dell’atomica.
La Commissione Europea auspica una soluzione negoziale del conflitto affermando che qualsiasi ripresa delle attività di conversione segnerebbe una rottura insanabile degli accordi di Parigi. Anche Londra e Parigi mettono in guardia Teheran definendo questa pressione inaccettabile.