Russia e UE: un’agenda negoziale complessa

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àˆ il calendario uno degli strumenti di lavoro essenziali della diplomazia internazionale. Di conseguenza è proprio il calendario una delle chiavi che puಠconsentirci di penetrare nelle segrete stanze della diplomazia e cogliere elementi di comprensione per vicende complesse, con il sapore dell’intrigo se non del mistero.
Proviamo a utilizzare questa tecnica interpretativa a proposito del Vertice della settimana scorsa in Portogallo tra l’Unione europea e la Russia, lasciando da parte il riferimento di Vladimir Putin alla crisi di Cuba del 1962 che ha letteralmente stregato i grandi media al punto di occultare trame ben più concrete e di effetto immediato.
Il calendario dunque, limitatamente ad alcune date selezionate tra le molte in agenda, cominciando dalle riunioni periodiche tra UE e Russia e poi allargando lo sguardo a calendari in varia misura connessi.
I Vertici UE-Russia hanno una cadenza semestrale: l’ultimo si era tenuto nel maggio scorso ed era stato segnato da forti divergenze tra i due interlocutori a proposito della sovranità   dei Paesi baltici e della Polonia fino al progetto di «scudo spaziale» statunitense, che irrita la Russia e imbarazza non poco l’UE coinvolta suo malgrado da decisioni solitarie della Polonia e della Repubblica Ceca. A rendere il clima ancora più pesante c’era poi la questione dell’indipendenza/autonomia del Kosovo e del rispetto dei diritti umani in Russia.
Su tutto aleggiava, gravida di minacce, la dipendenza energetica dell’UE dalla Russia.
Il Vertice della settimana scorsa, ancora una volta alle prese con il difficile negoziato per un partenariato strategico UE-Russia, si trovava schiacciato in un calendario denso di date politicamente sensibili: il 30 novembre scade l’accordo di cooperazione UE-Russia (che sarà   prorogato di un anno), il 2 dicembre si terranno importanti elezioni legislative in Russia ma, soprattutto, a marzo 2008 i cittadini russi saranno chiamati a decidere la successione a Putin, senza ancora sapere come quest’ultimo si ricollocherà   nel quadro del potere russo.
Calendario non proprio banale, cui bisogna aggiungere la scadenza in vista del negoziato sul futuro statuto del Kosovo e la voglia degli USA, alla vigilia delle elezioni presidenziali, di «menare le mani» in Iran, Paese amico della Russia e all’origine dell’evocazione minacciosa di Putin a proposito del rischio di guerra atomica corso nel 1962 con i missili sovietici a Cuba.
Con un’agenda così complessa non era facile per la diplomazia europea stare in equilibrio sul filo teso tra USA e Russia, per di più alla vigilia di un inverno che si avvicina senza che siano stati fatti grandi progressi sul fronte dell’approvvigionamento energetico e con il petrolio che vola verso i 100 dollari al barile.
Se ne è avuto una prova già   alla vigilia del Vertice nel dibattito al Parlamento europeo: parole severe verso la Russia, ma rinvio della risoluzione a dopo l’incontro in Portogallo per non disturbarne troppo il clima già   difficile. Non stupisce che in queste condizioni le conclusioni del Vertice non siano state un granchà©. Qualche passo avanti dell’UE nel sostegno all’ingresso della Russia nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC-WTO) e vaghe rassicurazioni della Russia in materia energetica; qualche concessione reciproca di un’asimmetria quasi comica, come la presenza di osservatori europei alle prossime elezioni legislative russe e la presenza di ispettori russi nel controllo delle condizioni fito-sanitarie nel trattamento delle carni polacche, uno dei temi di tensione nel Vertice di maggio.
Ma forse è proprio in questa coda, persino divertente, che si possono cogliere segnali che fanno bene augurare sull’esito del prossimo Vertice in Siberia nel giugno del 2008, e che prudenza diplomatica e rispetto per il «cadavere ancora caldo» del defunto governo polacco di Kaczynski hanno evitato di enfatizzare. Dopo tre anni di sofferenza, per lei e per l’UE, la Polonia sembra fortemente intenzionata a «entrare» finalmente in Europa: l’arrivo al potere del partito liberale pro-europeo di Donald Tusk, vincitore alle elezioni legislative del 21 ottobre scorso, puಠtogliere più di un imbarazzo all’UE e rendere meno teso il dialogo con la Russia, magari obbligando gli USA a rivedere il loro progetto di «scudo spaziale».
Presto per dire come andrà   a finire, ma c’è qualche probabilità   che il prossimo Vertice UE-Russia arrivi a conclusioni più sostanziose: è nell’interesse di entrambi oltre che per la coesione dell’UE e la distensione nell’area mediorientale dove, dall’Iraq all’Iran, da Israele e Palestina alla Siria e alla Turchia, si stanno pericolosamente concentrando troppi focolai di conflitti armati. E dove un rafforzato dialogo tra UE e Russia e, domani, con una nuova Amministrazione USA, non puಠche essere benvenuto.

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