Per alcuni Stati membri i rifiuti non costituiscono più un problema, bensì sono diventati una risorsa: secondo i dati forniti da Eurostat il 27 marzo scorso, (cfr. STAT/12/48), sei Paesi membri (Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi) possono vantare percentuali di riciclo dei rifiuti pari al 70%, con percentuali inferiori al 3% di rifiuti urbani destinati alla discarica. Esistono però notevoli differenze all’interno dell’UE: l’interramento rappresenta ancora (quasi) l’unica modalità di trattamento dei rifiuti in dieci Stati membri, con valori oltre il 75% e con punte del 100% in Bulgaria, 99% in Romania, 94% in Lituania e 91% in Lettonia.
La nuova relazione sulla gestione dei rifiuti, pubblicata nei giorni scorsi dalla Commissione Europea, illustra come le politiche che prevedono una combinazione di imposte e divieti sulle discariche e sull’incenerimento, programmi di responsabilizzazione dei produttori e sistemi di “paga quanto butti”, rappresentino la soluzione più efficace per indirizzare i flussi dei rifiuti verso percorsi più sostenibili.
Per conseguire gli obiettivi che l’Ue si è fissata nella Tabella di marcia verso l’impiego efficiente delle risorse (zero conferimento in discarica, massimizzazione del riciclaggio e del riutilizzo, limitazione del recupero di energia ai rifiuti non riciclabili), queste misure dovranno essere presto estese a tutti gli Stati membri. Nel contesto del riesame degli obiettivi dell’UE in materia di rifiuti, previsto per il 2014, si vaglierà pertanto l’ipotesi di prevederne per legge l’obbligatorietà in alcuni casi.
Dall’esperienza degli Stati membri più virtuosi risulta che il modo ottimale per migliorare la gestione dei rifiuti passa per la combinazione di più strumenti, tra cui:
– imposte e/o divieti sulle discariche e sull’incenerimento: le percentuali di rifiuti interrati e di incenerimento sono scese nei Paesi dove imposte o divieti hanno innalzato i costi di tali operazioni;
– i sistemi di “paga quanto butti” si sono rivelati molto efficienti nel prevenire la produzione di rifiuti ed si sono stati ottimi incentivi alla raccolta differenziata;
– i meccanismi di responsabilizzazione dei produttori hanno consentito a vari Stati membri di raccogliere e ridistribuire i fondi necessari a migliorare la raccolta differenziata e il riciclaggio.
Affinché l’UE riesca a raggiungere gli obiettivi previsti nella sua normativa in materia di rifiuti e quelli fissati in materia di impiego efficiente delle risorse, occorrerà generalizzare gli strumenti citati a tutti gli Stati membri.
Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente, nel commentare i risultati della relazione ha ricordato come “I rifiuti siano troppo preziosi per essere semplicemente buttati via: con una gestione oculata è possibile reiniettarne il valore nell’economia… non soltanto sfruttando il loro valore, ma creando anche industrie fiorenti e numerosi posti di lavoro nel settore…“
Così la Commissione ha esortato gli Stati membri ad attuare in modo più efficace la normativa vigente sui rifiuti: attuando infatti la politica unionale sui rifiuti si potrebbero creare altri 400.000 posti di lavoro nell’UE, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore (cfr. IP/12/18). Inoltre con una migliore gestione dei rifiuti, vari obiettivi della strategia Europa 2020, per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, sarebbero più vicini.
Relazione e risultati particolareggiati per ciascuno Stato membro