Relazione 2009 sulle finanze pubbliche dell’UE

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In tempo di crisi come quello attuale, l’incremento dei debiti pubblici, l’accumulo di passività   da parte dei governi per sostenere il settore finanziario, il previsto aumento delle spese connesse all’invecchiamento demografico e il rallentamento della crescita «suscitano preoccupazioni per la sostenibilità   delle finanze pubbliche».
àˆ quanto scrive la Commissione Europea nella sua Relazione annuale sullo stato delle finanze pubbliche negli Stati membri dell’UE, sottolineando la necessità   di «prevedere una strategia per uscire dalla crisi intesa a rafforzare le politiche fiscali, riformare le spese connesse all’invecchiamento demografico ed elaborare le misure di consolidamento per quando l’economia avrà   intrapreso definitivamente la via verso la ripresa», così come è necessario «ristabilire la fiducia dei consumatori, delle imprese e del mercato finanziario».
La Relazione, che esamina come le politiche di bilancio degli Stati membri affrontano la crisi economico-finanziaria, osserva che la politica di bilancio apporta all’economia nel periodo 2009-2010 un sostegno del 5% del PIL, pari a oltre 600 miliardi di euro, cifra che non include le misure adottate a sostegno delle banche. Nel 2009, il maggiore incentivo di politica di bilancio in termini di percentuale del PIL è stato attuato da Spagna, Austria, Finlandia, Regno Unito, Germania e Svezia. In generale, i Paesi dove si è verificata la maggiore espansione del credito e del mercato immobiliare hanno registrato anche un crescente disavanzo delle partite correnti, le entrate fiscali più elevate e la crescita più rapida delle spese pubbliche, nonchà© contemporaneamente il calo più significativo delle entrate fiscali e l’aumento maggiore del disavanzo e del debito.
La Relazione analizza poi i costi di bilancio delle crisi finanziarie sistemiche del passato traendone alcune conclusioni per la gestione della crisi attuale. «L’esperienza insegna che i costi sono stati meno elevati quando la strategia adottata per la soluzione della crisi bancaria è stata attuata rapidamente, era trasparente, era assicurato un trattamento equo e uniforme di tutti i partecipanti sul mercato e godeva di un vasto sostegno politico» scrive la Commissione, le cui previsioni di primavera ritengono che il debito pubblico dell’UE dovrebbe passare mediamente da quasi il 60% del PIL nel 2007 a quasi l’80% nel 2010.
Per quanto riguarda l’Italia, la Relazione rileva una «prudente risposta di bilancio del governo alla recessione» e una «relativa solidità   del sistema bancario», tuttavia «gli squilibri interni dovuti all’elevatissimo debito pubblico possono colpire le vulnerabili finanze pubbliche italiane e possono portare ad un alto costo del capitale per l’intera economia, pesando perciಠsulla sua crescita potenziale».

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