Pubblicato dalla Commissione il Libro bianco sulle pensioni

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Dopo alcuni mesi di attesa, la Commissione Europea ha pubblicato, in concomitanza con il 2012, Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, il Libro bianco sulle pensioni, che segue un’ampia consultazione avviata dal Libro verde nel luglio 2010.
La Commissione Europea ha voluto così esaminare come l’UE e gli Stati membri possono affrontare le principali sfide che minano i nostri sistemi pensionistici, messi a dura prova sia da questioni demografiche (le persone vivono più a lungo mentre il tasso di natalità diminuisce), sia da questioni economiche (facendo aumentare la pressione finanziaria sui bilanci nazionali già fortemente provati dalla crisi finanziaria ed economica).
I pensionati costituiscono oggi una quota significativa e in rapida crescita della popolazione dell’UE: sono infatti 120 milioni ovvero il 24% della popolazione e garantiscono la principale fonte di reddito a circa un quarto della popolazione dell’UE. Entro il 2060 si avranno due persone in età lavorativa (15-64 anni) per ogni cittadino UE di 65 anni.
Le pensioni rappresentano in media una quota estremamente grande della spesa pubblica odierna: si tratta del 10% del PIL, che potrebbe salire al 12,5% nel 2060. Ma la situazione varia di molto da paese a paese: si va dal 6% del PIL in Irlanda al 15% in Italia. Ad aggravare l’impatto dell’invecchiamento demografico contribuisce inoltre la crisi economica: essa si ripercuote sui regimi pensionistici a ripartizione a causa della riduzione dell’occupazione con conseguente calo dei contributi pensionistici, mentre i sistemi con costituzione di riserve soffrono anch’essi per una riduzione dei valori dei loro attivi e dei loro rendimenti.
L’UE può contribuire sul piano legislativo fornendo un sostegno finanziario per aiutare i lavoratori anziani a non uscire dal mercato del lavoro, assicurando il coordinamento politico e l’apprendimento, poiché i sistemi pensionistici sono per l’essenziale di competenza degli Stati membri. Il Libro bianco propone in particolare di:
– sollecitare le parti sociali ad adattare il posto di lavoro e le prassi sul mercato del lavoro, affinchè si creino opportunità migliori per i lavoratori anziani. Questo obiettivo è inoltre uno dei fulcri dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni 2012;
– sviluppare sistemi pensionistici privati complementari incoraggiando le parti sociali a porre in atto tali sistemi e incoraggiando gli Stati membri a ottimizzare gli incentivi fiscali e di altro genere;
– potenziare la sicurezza dei sistemi pensionistici integrativi;
– varare leggi a tutela dei diritti pensionistici dei lavoratori mobili per rendere le pensioni integrative compatibili con la mobilità, e promuovendo l’istituzione di servizi di ricostruzione delle pensioni in tutta l’UE;
– far promuovere agli Stati membri vite lavorative più lunghe, correlando l’età della pensione con la speranza di vita.
La Confederazione europea dei Sindacati (CES), che dall’anno della sua fondazione (1973) fa da portavoce agli interessi comuni dei lavoratori in Europa e che rappresenta oggi 84 associazioni in 36 paesi europei e 12 federazioni industriali, si è detta fortemente rammaricata per le proposte presentate dalla Commissione nel Libro bianco presentato in questi giorni. Per la CES infatti mancano spunti di approfondimento su come rafforzare i sistemi pensionistici pubblici che, essendo basati sulla solidarietà tra le generazioni, sono più propensi a garantire redditi ai pensionati.
Per la CES, questo rafforzamento deve avvenire dando priorità agli investimenti per la crescita e allo sviluppo di un’occupazione di qualità.
Le riforme dei sistemi pensionistici vengono valutate dalle Istituzioni comunitarie nell’ambito della Strategia Europa 2020 .

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