Proposto un mercato unico anche per gli armamenti

788

La Commissione europea ha presentato due comunicazioni che propongono di estendere le regole del mercato unico al settore degli armamenti europei, limitando la frammentazione nazionale e le differenze di norme e regole in vigore nei diversi Stati membri.
Il comparto delle commesse militari nell’UE è stimato in circa 80 miliardi di euro, ma è quasi totalmente escluso dalle leggi europee sulla competizione in nome della sicurezza nazionale (articolo 296 del Trattato dell’UE). Inoltre, la Commissione stima che l’applicazione del regime delle licenze nazionali, oltre a mettere a rischio l’approvvigionamento tra Stati membri, rappresenta un costo aggiuntivo di 400 milioni di euro l’anno per le imprese.
A fronte di queste valutazioni e considerando quello degli armamenti un mercato come tutti gli altri (forse un po’ troppo audaciamente), la Commissione ha dunque presentato due proposte di normative per aumentare la trasparenza e la concorrenza negli appalti transfrontalieri delle commesse militari e per definire procedure comuni nel controllo delle esportazioni di armamenti e di attrezzature di difesa e di sicurezza.
Le proposte sono state presentate dai commissari all’Industria Gunter Verheugen e al Mercato interno Charlie Mc Creevy. La Commissione propone di limitare il ricorso all’articolo 296, riservandolo all’acquisto di «armi, munizioni e equipaggiamento da combattimento» ha spiegato Mc Creevy, secondo il quale è necessario adottare «delle regole trasparenti e favorevoli alla concorrenza per creare un vero mercato unico della difesa a beneficio delle forze armate, dei contribuenti, dell’industria». La proposta non limiterà   perಠla sovranità   degli Stati membri, ha sottolineato la Commissione, che manterranno la possibilità   di decidere a quali prodotti applicare la direttiva europea e assoggettare la procedura unica per le commesse intracomunitarie.

Approfondisci

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here