«I giovani sono la parte più viva e dinamica della società , se la gioventù non è felice e ottimista la società rischia di collassare» ha dichiarato l’europarlamentare Georgios Papanikolou, relatore della proposta su una «Strategia europea per la gioventù».
La crisi sta colpendo soprattutto i giovani, che hanno difficoltà a trovare il primo impiego e a mantenere il lavoro perchà© si trovano in prevalenza in situazioni lavorative temporanee e precarie. La disoccupazione fra i minori di 25 anni raggiunge nell’UE il 21,4%, cioè il doppio rispetto alla media della popolazione, e dalle previsioni non giungono dati incoraggianti: i tassi di disoccupazione sembrano infatti destinati ad aumentare.
Spesso, poi, anche le persone qualificate non riescono a trovare lavoro, o si accontentano di un impiego che non corrisponde alla loro formazione. Secondo la proposta adottata dall’Europarlamento, la soluzione consiste nell’«eliminare le barriere per l’accesso all’educazione superiore e nel creare vincoli più stretti fra università e mondo del lavoro».
Come sottolinea il relatore della proposta, poi, la disoccupazione giovanile non è a costo zero: «àˆ la società che si fa carico degli effetti negativi provocati dall’esclusione del mondo del lavoro di fette ampie della popolazione: diversi studi rivelano infatti una correlazione fra tasso di disoccupazione giovanile, povertà , malattie e criminalità ». In molti casi, quando i giovani trovano un’occupazione questa non si trasforma in lavoro stabile perchà© si tratta di impieghi precari o di stage: l’Europarlamento considera «estremamente preoccupante» che gli stage non costituiscano «la porta d’ingresso a un miglior futuro professionale» ma siano invece spesso sostitutivi del lavoro.
Per affrontare tutti questi problemi che riguardano il rapporto tra giovani e lavoro, la proposta dell’Europarlamento ritiene necessaria una «politica europea per i giovani, integrata e coerente, che ad oggi non esiste». I governi devono dunque assumersi la responsabilità principale, mentre è importante un coordinamento tra Stati che, secondo l’Europarlamento, potrebbe includere lo scambio di buone pratiche, la revisione dei programmi europei destinati ai giovani, un’attenzione più marcata per l’educazione, e un approccio trans-settoriale, «che permetterebbe di inserire la questione della gioventù in tutte le aree di decisione politica».