La crescita economica e la creazione di posti di lavoro non migliorano automaticamente la situazione delle persone più emarginate nella società europea, perciಠè necessario «far interagire le varie politiche per assicurare la piena inclusione dei più vulnerabili».
àˆ quanto affermato dal commissario europeo per l’Occupazione e gli Affari sociali, Vladimà r àƒâ€¦à‚ pidla, durante la presentazione dell’annuale Relazione congiunta sulla protezione e l’inclusione sociale, contenente le priorità e i progressi compiuti in relazione alla povertà infantile, al prolungamento della vita attiva, ai fondi pensione privati, alle disuguaglianze nel campo della salute e all’assistenza di lunga durata.
Secondo la Commissione, le riforme nel campo della protezione sociale e le politiche di inclusione attiva hanno contribuito l’anno scorso a dare impulso alla crescita e all’occupazione in Europa, facendo entrare un maggior numero di persone nel mercato del lavoro e rendendo maggiormente sostenibili le finanze pubbliche. La Relazione rileva perಠche occorre un maggiore impegno per assicurare che tali ricadute raggiungano le persone ai margini della società e per migliorare la coesione sociale.
àˆ ricordato ad esempio che il 16% circa dei cittadini dell’UE è esposto al rischio di povertà e che circa l’8% corra tale rischio nonostante abbia un lavoro. Sui 78 milioni di europei che vivono a rischio di povertà 19 milioni sono bambini, i quali si trovano in questa condizione perchà© vivono in nuclei familiari con genitori disoccupati o a scarsa intensità lavorativa o perchà© il lavoro dei loro genitori non è sufficientemente redditizio e le iniziative a sostegno dei redditi sono inadeguate per ovviare al rischio di povertà . Si registrano poi ampie disparità sul piano della salute: la speranza di vita degli uomini va da 65,3 anni in Lituania ai 78,8 di Svezia e Cipro, quella delle donne da 76,2 in Romania a 84,4 in Francia.
Occorrono dunque «politiche mirate», sostiene la Commissione, «per spezzare il circolo della povertà e dell’esclusione», mentre l’attenzione alla salute deve essere inserita in tutte le politiche e la protezione sociale «dovrebbe assicurare a tutti» l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità e a un’assistenza di lunga durata oltre a promuovere la prevenzione, anche a favore dei gruppi più difficili da raggiungere.