Giuntina – 2019 (pp. 304 – 18,00 Euro) ISBN 9788880578215
Cosa succederà al mondo quando l’ultimo testimone oculare della tragedia della Shoah morirà? In che modo gli Stati del pianeta affronteranno le diverse derive estremiste e negazioniste dell’olocausto?
Di sicuro a David Piperno, il protagonista di Olocaustico, non interessa minimamente la questione della memoria della più grande tragedia del novecento, o meglio, a forza di ascoltare e filmare le testimonianze dei sopravvissuti, ha sviluppato una sorta di assuefazione alla questione. Giovanissimo e aspirante regista, David è un ebreo italiano che si è trasferito in Israele per fare un torto alla madre iperprotettiva e per cercare di trovare un produttore che gli finanzi la sua, secondo il suo parere geniale, sceneggiatura di un film di fantascienza. Per sopravvivere si occupa della produzione di video interviste ai superstiti per lo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah a Gerusalemme; mentre cerca di tenere insieme una vita sgangherata tra fidanzate esigenti, coinquilini bizzarri e amici immaginari con cui confidarsi, per la precisione un cinico Philip Roth e un disilluso Yitzhak Rabin. La situazione cambia quando improvvisamente muore l’ultimo testimone dell’olocausto e, di fronte a un mondo in cui le situazioni di violenza estrema e nazionalista aumentano, in cui i partiti e i movimenti negazionisti hanno sempre più presa sull’elettorato e in cui aumentano gli episodi di sfregio ai monumenti in memoria della tragedia, il museo dello Yad Vashem è costretto a chiudere e a licenziare tutti i suoi dipendenti, compreso David e il suo gruppo di giovani colleghi. Il giovane regista decide allora di mettere in pratica le sue capacità di regista e sceneggiatore trasformando Mordechai, il vecchio barbone che vive nel suo quartiere, in un ultimo testimone vivente della Shoah, attraverso una sceneggiatura scritta e studiata nei minimi particolari. Ma che succederà quando l’inganno verrà scoperto e causerà un terremoto politico mondiale così grande da arrivare a cancellare lo studio dell’olocausto dai libri di storia?
Il libro di Alberto Caviglia è ambientato in un futuro che ricorda in maniera inquietante il nostro presente, tra fake news e post verità, dove viene messa in discussione quella parte di storia che sembrava intoccabile per livelli di tragicità e orrore. Eppure la lettura si presenta scorrevole, piacevole e estremamente divertente grazie a una scrittura ironica e dissacrante, che costruisce una serie di personaggi profondamente umani e vicini al lettore. Si rimane affascinati dall’astuzia dei giovani personaggi, dalla loro capacità di mettersi in gioco e di affrontare una situazione incredibilmente più grande di loro con leggerezza e incoscienza, ma allo stesso tempo consapevoli che la costruzione del futuro è nelle loro mani.
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