Presentato nel corso del secondo Forum europeo sulla demografia, a Bruxelles, l’European Demography Report redatto dalla Commissione europea, che mette in luce le priorità cui devono far fronte gli Stati membri dell’UE per affrontare le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione europea.
Secondo il Rapporto, mentre nella passata decade la popolazione in età lavorativa (20-59 anni) e quella ultrasessantenne sono aumentate entrambe in media di 1-1,5 milioni all’anno, le proiezioni per i prossimi 25 anni mostrano un aumento del numero di ultrasessantenni stimabile in circa due milioni ogni anno e una crescita della popolazione in età lavorativa che si fermerà in sei anni per poi contrarsi di oltre un milione all’anno. Nonostante cià², sottolinea lo studio della Commissione europea, nel 2007 solo il 50% degli uomini e il 40% delle donne nell’UE lavorava ancora all’età di 60 anni, tanto che nella maggior parte degli Stati membri il tasso di occupazione per la fascia d’età 55-64 anni resta decisamente inferiore all’obiettivo del 50% definito dalla Strategia di Lisbona, anche se rispetto al 2000 si registra un incremento del 10% di questo tasso. Tra gli over 65, invece, l’attività lavorativa resta piuttosto rara: solo il 13% degli uomini e il 7% delle donne lavora tra i 65 e i 69 anni nell’UE, soprattutto part time (47% degli uomini e 61% delle donne ancora in attività ).
D’altro canto, il Rapporto rileva anche profondi cambiamenti nella vita delle famiglie europee. Ad esempio, l’età media delle donne che si sposano è passata negli ultimi 15 anni da 24,8 anni a 27,4, mentre per gli uomini è salita da 27,5 a 29,8 anni, mentre una percentuale crescente di matrimoni riguarda oggi partner di nazionalità diverse: 12-15% in Germania e Francia, circa il 20% in Belgio e Austria, 25-30% in Estonia, Lussemburgo e Cipro. In molti Paesi dell’UE è poi più che raddoppiato il numero di divorzi negli ultimi 30 anni, diventata pratica comune la convivenza non matrimoniale e quindi aumentata significativamente la percentuale di figli di coppie non sposate: 25-50% dei bambini nella maggior parte degli Stati membri dell’UE.
Altra tendenza evidente mostrata dal Rapporto è l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, con una differenza dei tassi di occupazione tra uomini e donne passata in 15 anni dal 32% al 16%, nonostante resistano le difficoltà di conciliare vita familiare e vita professionale che ostacolano l’attività lavorativa per le donne: i Paesi europei che presentano i più alti tassi di occupazione femminile sono anche quelli dove si registrano i più elevati tassi di fertilità . Secondo un sondaggio pubblicato dalla Commissione europea su quale sia il fattore più importante per conciliare vita professionale e familiare, il 42% dei cittadini ritiene che la disponibilità di orari di lavoro flessibili sia la prima misura da adottare, seguita (21%) da una maggior disponibilità di servizi di assistenza all’infanzia.