Nuove regole per le telecomunicazioni nell’UE

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Viviamo nella società   dell’informazione. Internet, telefoni cellulari e sistemi digitali hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare e lo sviluppo delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione continua a trasformare la nostra società   a tutti i livelli. àˆ stato negli anni Novanta che la new economy si è affermata definitivamente, quella per cui la comunicazione è accessibile da ogni punto del globo, in qualsiasi luogo ci troviamo. Con essa si è aperta un’epoca diversa, in cui le tecnologie di informazione e di comunicazione hanno rimodellato la struttura economica di molti Paesi e la vita quotidiana delle popolazioni.
Rispetto ai suoi competitori internazionali, tuttavia, l’Unione Europea è stata caratterizzata da un ritardo nell’adozione e nella diffusione delle tecnologie di informazione. Nel panorama europeo del decennio scorso, infatti, i benefici delle tecnologie di informazione in Europa non si tradussero in maniera immediata in crescita di produttività  . La pervasività   di tali tecnologie si scontrava con impedimenti strutturali e politici come gli alti costi di adattamento e di cambiamento, la necessità   di ristrutturare l’economia e di pensare a misure concrete per implementare la società   dell’informazione.
In economia ci fu chi parlಠdi «rivoluzione gentile» delle tecnologie di informazione in Europa, per il ritardo con cui nell’economia si produssero risultati. Essa tuttavia è stata certamente visibile nella società   e nelle abitudini quotidiane delle persone fin dall’inizio. La sua efficacia perಠrallentata dalla mancanza di una attiva politica di innovazione e di competitività   nel settore e dunque di un ambiente favorevole per lo sviluppo pieno della società   dell’informazione.
Alla fine degli anni Novanta l’Europa si fermಠa riflettere sul suo bisogno di rinnovamento e di nuove risposte per creare un contesto positivo di crescita e di sviluppo delle tecnologie di comunicazione e informazione. Nel 1998 l’UE ha proceduto verso la liberalizzazione dei mercati europei delle telecomunicazioni. Nel 2003 un nuovo quadro normativo venne disegnato per regolare il settore allo scopo di ridurre il carico normativo imposto a imprese fornitrici di servizi per la società   dell’informazione, di assicurare costi accessibili a tutti i cittadini, incentivare la concorrenza sul mercato e ridurre le posizioni dominanti di monopoli nazionali sulle telecomunicazioni.
Dopo meno di cinque anni il quadro normativo del 2003 è stato riesaminato e oggetto di lunga discussione da parte di Commissione, Parlamento e Consiglio per adattare lo spettro normativo al continuo evolversi del mercato e al veloce sviluppo di tecnologie e servizi nel settore.
Il 31 marzo scorso, poi, l’atteso accordo sulla riforma del settore delle telecomunicazioni delle tre istituzioni europee è stato raggiunto. La riforma, certamente ammorbidita in molti punti rispetto alla forma originale presentata nel novembre 2007 dalla Commissione, sarà   adottata formalmente dall’Europarlamento entro la fine del mese ed entrerà   in vigore a gennaio del 2010.
Fondamentali alcuni risultati ottenuti. In primis, l’accordo europeo porterà   alla nascita di BEREC, l’organismo formato dai rappresentanti delle Autorità   nazionali che avrà   il diritto di emettere raccomandazioni non vincolanti su tutte le decisioni regolamentari prese dai singoli Stati Membri. Se dopo due anni lo Stato oggetto della raccomandazione non registrerà   progressi positivi la Commissione avrà   il diritto di emanare una decisone vincolante. Tale condizione porterà   ad una naturale convergenza di provvedimenti e regole nazionali nel settore delle telecomunicazioni.
In favore delle imprese, è riconosciuto dalle nuove regole il cosiddetto rischio di investimento per quelle imprese che si impegnano ad investire in nuove reti. Allo stesso modo è riaffermata l’esigenza di rispettare le regole della concorrenza in materia di accesso garantendo agli operatori alternativi costi equi e trasparenti per l’utilizzo delle infrastrutture. Infine viene riaffermata la necessità   di garantire l’indipendenza dei regolatori nazionali dai rispettivi governi includendo la possibilità   di separazione funzionale dalla rete come estremo rimedio nel caso in cui altre misure non diano risultati.
Nel contesto di questo nuovo quadro di normative, l’UE vede nell’evoluzione delle tecnologie e dei servizi nel settore della comunicazione e informazione una delle sue principali priorità   economiche e sociali.
Se le intenzioni iniziali dei suoi ideatori saranno esaudite, le nuove regolamentazioni porteranno alla convergenza delle frammentazioni nazionali del mercato europeo delle telecomunicazioni attraverso il rafforzamento della concorrenza equa e trasparente. I cittadini europei beneficeranno di una scelta più ampia di servizi e di un accesso facilitato a costi più convenienti per tutti.

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