Il 6 febbraio si è tenuta la Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili. La Commissione europea e la Vicepresidente Kallas hanno sottolineato le energie che l’UE sta impiegando nel cercare di combattere questo fenomeno.
Solo in Europa sembra che abbiano avuto luogo circa 600.000 mutilazioni. Questa è una pratica che va debellata in quanto viola i diritti umani ed esercita un controllo sulle donne che spesso, a seguito di aver subito tale atto, si ritrovano ad affrontare problematiche fisiche e psicologiche molto complicate.
L’Unione, per combattere questa pratica, lo scorso anno ha imposto agli Stati membri di inserire la mutilazione genitale femminile come reato specifico nei rispettivi codici penali. La mutilazione genitale degli organi femminili è infatti una delle tante tipologie di violenza contro le donne. Tra le misure preventive che si possono adottare vi è un’iniziativa volta a formare gli operatori sanitari, ma anche la realizzazione dell’obiettivo di fornire sostegno morale alle sopravvissute e di raccogliere tutti i dati e le informazioni possibili sui casi di mutilazioni genitali femminili segnalati.
L’UE, poi, dal 2016, si sta impegnando anche a livello internazionale, promuovendo progetti come il programma Spotlight UE-ONU.
Sarà necessaria una sempre più stretta collaborazione con la società civile e le varie organizzazioni, e la posizione che si vuole mantenere verso le mutilazioni genitali femminili sarà di tolleranza zero. Continuerà dunque, anche nei prossimi anni, l’impegno dell’Europa nel combattere questo fenomeno che non trova giustificazione alcuna.
Per approfondire: L’Unione europea esorta a porre fine alle mutilazioni genitali femminili