Mentre le borse europee stanno affrontando la peggiore situazione degli ultimi 30 anni, data l’incertezza dei mercati internazionali la Banca Centrale Europea (BCE) ritiene essenziale il rispetto del Patto di stabilità e crescita.
Secondo la BCE, infatti, il livello «straordinariamente elevato» di incertezza nei mercati finanziari «rende difficile una valutazione delle prospettive economiche di breve-medio termine», anche se il calo dei prezzi del petrolio e la crescita delle economie emergenti «potrebbero sostenere una graduale ripresa nel corso del 2009». In ogni caso, osserva la BCE, le prospettive economiche sono soggette a maggiori rischi al ribasso, «connessi principalmente a uno scenario di perduranti tensioni nei mercati finanziari con ricadute sull’economia reale più negative di quanto previsto al momento», mentre gli ultimi dati evidenziano «l’indebolimento dell’attività economica dell’area dell’euro», per cui «è essenziale che i governi rispettino i dettami del Patto di stabilità e crescita e assicurino la sostenibilità delle finanze pubbliche». Un Patto che quattro Paesi dell’area euro – Grecia, Francia, Italia e Portogallo – non sono riusciti a rispettare per quanto riguarda l’obiettivo di medio termine di un saldo di bilancio prossimo al pareggio, o in avanzo. La BCE osserva anche che «i livelli molto elevati del debito in rapporto al PIL della Grecia e dell’Italia si sono ridotti solo in misura modesta e deludente nel periodo 1998-2007».
In precedenza era stato il Fondo Monetario Internazionale (FMI) a criticare le varie iniziative adottate per affrontare la crisi finanziaria, perchà© «nessuna di queste ha avuto carattere complessivo o globale». Secondo il direttore generale dell’FMI, Dominique Strauss-Kahn, «le risposte date alla crisi sono state così diverse e non collegate tra loro, soprattutto a livello di garanzie sui depositi bancari, che hanno finito per peggiorare i problemi in altri Paesi. Non dovrebbe essere, quindi, una sorpresa che il mercato non sia riuscito a ritrovare fiducia».
Rispetto alla situazione europea, il FMI ritiene che la zona euro crescerà quest’anno dell’1,3%, mentre nel 2009 registrerà una brusca battuta d’arresto con il PIL che segnerà un progresso dello 0,2%. Gli ultimi indicatori congiunturali relativi all’Europa occidentale suggeriscono che «alcuni Paesi sono sull’orlo o già in recessione», mentre gli indicatori di fiducia dei consumatori per gli USA e l’area euro sono «vicini ai minimi sperimentati nel corso della recessione del 2001-2002» osserva il FMI. Tra i Paesi dell’area euro, il PIL della Germania si fermerà dopo un +1,8% nel 2008, mentre la Francia crescerà sia quest’anno sia nel 2009, segnando rispettivamente progressi dello 0,8% e dello 0,2%. Secondo le previsioni del FMI, solo l’Irlanda (-1,8% nel 2008 e -0,6% nel 2009) farà peggio dell’Italia, la cui economia si contrarrà quest’anno dello 0,1% e il prossimo dello 0,2%. Nel 2009 incontrerà difficoltà anche l’economia spagnola, che si ridurrà dello 0,2% dopo il +1,4% di quest’anno.