Ogni istituzione o agenzia europea si occupa della comunicazione che la riguarda, ma nessuna è incaricata di comunicare il progetto europeo, per questo «la comunicazione sull’Europa va migliorata» secondo un parere del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE).
Secondo il CESE, occorrerebbe una comunicazione adeguata ai differenti tipi di pubblico, ma incentrata sulle realizzazioni e sui progetti e sui valori dell’UE e non su quelli delle singole istituzioni. Una politica comune di comunicazione che dovrebbe essere veicolata dai rappresentanti politici europei e dai governi nazionali: «Non ci si puಠrivolgere da Bruxelles a 500 milioni di europei. In virtù della loro prossimità ai cittadini, devono essere gli eletti locali e i rappresentanti della società civile, più che i sondaggi e i siti Internet, a esprimere le aspirazioni che i cittadini nutrono nei confronti dell’Europa» sostiene il CESE.
Il parere propone di utilizzare un linguaggio chiaro e semplice, di produrre meno opuscoli e di destinarli in modo più preciso agli opinion leader nei vari Paesi. àˆ proposto, inoltre, di mettere a disposizione degli Stati membri una base comune di conoscenze sulla costruzione europea, i suoi valori, le sue realizzazioni, una base identica per tutti, tradotta in tutte le lingue e approvata dal Parlamento europeo. Destinata all’educazione civica degli alunni delle scuole, essa consentirà anche di formare opinion leader, quali insegnanti, giornalisti, rappresentanti politici locali e membri della società civile.
Il parere propone poi che parlare d’Europa sia parte degli obblighi di servizio pubblico per i media audiovisivi, che gli affari europei vengano considerati affari interni e non rientrino nelle categorie degli affari esteri e internazionali e che si colga l’occasione degli avvenimenti sportivi, delle feste nazionali e della Giornata dell’Europa per parlare d’Europa.