In un periodo in cui le relazioni internazionali e diplomatiche sono scosse più che mai da nuovi e imprevedibili orientamenti politici provenienti da oltre Atlantico nonché dall’emergere di nuovi attori globali, i recenti incontri di Angela Merkel e di Emmanuel Macron con il Presidente russo Vladimir Putin offrono spunti di riflessione che vanno ben al di là di visite di cortesia.
Reduci ambedue da incontri con il Presidente americano, all’inizio di maggio, in cui hanno potuto constatare le crescenti divergenze fra Europa e Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda gli effetti della politica isolazionista di Trump e del ritiro da importanti accordi internazionali, l’incontro con Putin ha offerto l’occasione di un dialogo che ha toccato, in parte, gli stessi temi, visti e interpretati in una nuova prospettiva di relazioni con la Russia.
Al centro delle sensibili discussioni politiche, in particolare con il Presidente Macron, tre temi essenziali : l’accordo sul nucleare iraniano, la guerra in Siria e la crisi in Ucraina.
Contrariamente alla posizione di Trump che, con un gesto unilaterale carico di imprevedibili risvolti politici e militari in Medio Oriente, si è ritirato dall’accordo, Putin ha rassicurato sul suo impegno a mantenere vivo l’accordo nel suo stato attuale, cosi’ come è stato firmato nel 2015. Non mancano tuttavia in proposito divergenze di vedute sul proseguimento di tale accordo dopo il 2025, che Macron, Merkel, ma anche l’Unione Europea vorrebbero completare includendo le attività balistiche e il ruolo dell’Iran nella regione. Tema particolarmente delicato quest’ultimo, che va ben oltre gli aspetti di contenimento delle attività nucleari di Teheran.
Più problematico l’impegno preso e dichiarato da Putin e Macron di contribuire a porre fine alla guerra in Siria, visto che, al riguardo, i due Presidenti hanno posizioni divergenti. Putin ha sempre sostenuto Bachar al Assad, mentre Parigi è su tutt’altre posizioni, come dimostrano i recenti raid contro le basi siriane dopo il presunto attacco chimico di Douma. Non solo, ma Putin continua a sostenere il processo di pace di Astana, con Iran e Turchia, in opposizione al processo di pace di Ginevra dell’ONU. La speranza è naturalmente che si trovi un punto di incontro fra questi due processi che porti effettivamente alla fine di una guerra che dura ormai da sette anni.
Il terzo punto riguarda l’Ucraina e sia Macron che la Merkel hanno invitato Putin a contribuire ad una soluzione pacifica del conflitto che continua nell’est del Paese. Hanno soprattutto ricordato il rispetto degli accordi di Minsk, base politica per garantire un cessate il fuoco di un conflitto in atto dal 2014 e che ha già provocato circa 10.000 vittime.
Ed infine, alla luce della recente decisione di Trump di annullare il Vertice previsto con Kim Jong-Un, Putin e Macron hanno colto l’occasione per sottolineare la necessità di sforzi collettivi per la denucleareazzione della penisola coreana. Significativa al riguardo, la presenza del premier giapponese Shinzo Abe, ospite d’onore con Macron al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, da sempre inquieto sul dossier nucleare coreano e alla ricerca di attori affidabili per un futuro negoziato.
Non si puo’ certo dire che, alla luce di questi incontri, il Presidente Putin non si presenti come un nuovo interlocutore per affrontare i grandi temi di politica internazionale. La domanda è se, in queste condizioni, l’Europa sarà in grado di cogliere questa opportunità e stabilire un dialogo costruttivo con la Russia. Sarà tuttavia importante che, oltre agli aspetti politici ed economici, l’Europa possa parlare con Putin anche di rispetto dei diritti umani, di libertà di parola e di Stato di diritto.