«La Commissione Europea deplora la decisione unilaterale e sproporzionata delle autorità libiche di sospendere il rilascio dei visti ai cittadini europei dei Paesi Schengen», ma i respingimenti libici continuano.
Secondo fonti diplomatiche e aeroportuali locali riprese dalle agenzie, infatti, tra il 19 e il 21 febbraio vari cittadini provenienti da Paesi dell’UE e dell’area Schengen, tra i quali una decina di italiani soprattutto ingegneri, geologi, tecnici specializzati, sono stati rimpatriati dall’aeroporto di Tripoli. Gli arrivi dall’Italia hanno una frequenza di circa tre voli al giorno.
Dall’inizio della crisi dei visti con le autorità libiche sono almeno 37 gli italiani respinti dall’aeroporto internazionale di Tripoli, che appare sempre più vuoto. Le compagnie aeree con voli dall’Italia su Tripoli, per il momento, non hanno cancellato alcun volo di linea pur avendo subito, dal 14 febbraio in poi, un notevole calo tra i passeggeri.
La Commissione Europea, attraverso la commissaria europea responsabile per gli Affari interni Cecilia Malmstrà ¶m, ha reso noto che deplora il fatto che sia stato negato l’ingresso in Libia a viaggiatori che avevano legalmente ottenuto il visto prima che il provvedimento di sospensione fosse adottato. La questione sarà discussa nei prossimi giorni dai rappresentanti della Commissione, degli Stati membri dell’UE e dei Paesi associati a Schengen nell’ambito del Gruppo «Visti», che «valuterà quale sia la reazione adeguata» ha aggiunto Malmstrà ¶m.