L’UE prova a fermare la guerra a Gaza

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L’Unione europea è impegnata per un «cessate il fuoco rapido a Gaza, e più presto arriverà   meglio sarà  » ha dichiarato l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’UE, Javier Solana, al termine del primo incontro della missione diplomatica europea in Medio Oriente.
A Sharm El Sheik, incontrando il presidente egiziano Hosni Mubarak, è infatti iniziata la missione dell’UE, costituita da Solana appunto, dalla commissaria europea per le Relazioni esterne, Benita Ferrero Waldner, e dalla troika formata dai ministri degli Esteri ceco Karel Schwarzenerg, francese Bernard Kouchner e svedese Carl Bildt, cioè rispettivamente dell’attuale, della precedente e della prossima presidenze di turno dell’UE.
I rappresentanti europei, che in pochi giorni sosterranno incontri diplomatici anche a Gerusalemme, Ramallah e Amman (ma non incontreranno esponenti di Hamas), confermando il loro massimo impegno per cercare di fermare la guerra hanno ribadito che l’UE è pronta a nominare i nuovi osservatori da inviare al passaggio di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, ritirati nel luglio 2007 dopo la presa del potere di Hamas. La proposta europea per lo stazionamento di osservatori internazionali per un lavoro di peacekeeping nella Striscia di Gaza fin dalla proclamazione di un cessate il fuoco è perಠsubito stata respinta dalle autorità   israeliane: la ministra degli Esteri, Tzpi Livni, ha infatti dichiarato di «non vederne l’utilità  », ritenendo invece «più utile» la costituzione di una missione internazionale col compito di impedire il riarmo di Hamas. Livni, che ha accusato l’Iran di armare Hamas, ha poi ribadito che le operazioni militari in corso a Gaza sono una forma di «legittima autodifesa» israeliana.
Una definizione, quest’ultima, quanto meno audace se pronunciata da un ministro israeliano, dati gli ormai oltre 550 morti e 2700 feriti palestinesi (di cui almeno un quarto civili) in dieci giorni di operazione militare israeliana «Piombo fuso», ma imbarazzante se detta da un rappresentante della presidenza di turno dell’UE, com’è avvenuto nei giorni scorsi per la neopresidenza ceca che ha poi subito cercato di rimediare alla gaffe smentendo le precedenti dichiarazioni.
All’UE va comunque riconosciuto il merito di un tentativo diplomatico, a differenza di quanto sta facendo l’uscente amministrazione statunitense che invece ha posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per il cessate il fuoco.

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