L’Unione Europea e i Balcani: una questione complessa

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La questione dell’allargamento dell’Unione Europea nei Balcani è decisamente complessa ed attuale. Da un lato la crisi economica, i recenti allargamenti e le differenze tra i vari Stati balcanici suggeriscono un’ulteriore riflessione sulla convenienza immediata del progetto. Dall’altro lato, l’integrazione culturale, lo sviluppo economico e la stabilità geopolitica a lungo termine sembrano finalmente degli obiettivi raggiungibili.

Il Consiglio Europeo, organo d’indirizzo politico in cui siedono i capi di Stato degli Stati Membri dell’UE, ha affermato in più occasioni (Feira 2000, Salonicco 2003) che tutti i paesi dei Balcani occidentali hanno una prospettiva di adesione all’Unione Europea. Fin dal 1999, la Commissione Europea ha messo in opera il processo di associazione e di stabilizzazione (SAP) della regione. Il Processo di stabilizzazione e associazione (SAP) è il quadro di collaborazione politica bilaterale tra l’UE e i singoli paesi dei Balcani occidentali fino al completamento del processo di adesione. Il SAP persegue tre obiettivi: la stabilizzazione e una transizione verso l’economia di mercato; la promozione della cooperazione regionale; e la prospettiva di adesione all’UE. A questo scopo, esso aiuta i paesi della regione a incrementare la propria capacità di adottare e applicare standard europei (compreso l’acquis comunitario) e internazionali. Il SAP si basa su un partenariato progressivo, ogni paese procede secondo la propria capacità di ottemperare agli impegni assunti nel quadro del SAP. In questo contesto, avviene la progressiva integrazione del mercato interno dei paesi in questione con il mercato unico.

Nonostante l’attuale crisi finanziaria che sta colpendo tutta l’Unione Europea, i paesi dei Balcani occidentali stanno procedendo nel processo d’integrazione. Vale la pena sottolineare che i paesi dell’area balcanica non rappresentano un blocco uniforme, ma esistono notevoli differenze socio-economiche. Per esempio, la Croazia ha completato il programma SAP e diventerà il 28° membro dell’Ue dal 1° luglio 2013.
Il Montenegro, la Serbia e l’Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, si trovano in una condizione diversa, essendo stato loro riconosciuto lo status di paesi candidati e i negoziati di adesione inizieranno a brave. L’Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia auspica un rapido avvio dei negoziati di annessione. Skopje ha ottenuto lo status di Paese candidato nel 2005, ma a rallentare l’adesione rimane sempre l’estenuante disputa con la Grecia circa il nome del Paese ex jugoslavo, in quanto Atene continua a ritenere che il termine “Macedonia” appartenga esclusivamente al patrimonio culturale e storico ellenico. La Serbia, ha ottenuto lo status di paese candidato nel marzo 2012, premiata per la creazione di strutture democratiche, le aperture verso il Kosovo e la consegna al Tribunale dell’Aja dei criminali di guerra Karadzic e Mladic.
Continuano a fare parte esclusivamente del SAP e sono meramente candidati potenziali l’Albania, la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo (in base alla risoluzione 1244/99 del Consiglio di sicurezza dell’ONU). L’Albania è ancora lontana dall’ottenimento dello status di paese candidato a causa dei problemi interni di natura politica ed economica mentre la Bosnia-Erzegovina risente delle spaccature interne alla propria società e di una cronica fragilità istituzionale. Nondimeno, proprio nell’attuale contesto di crisi, emerge l’esigenza di un’azione decisa dell’UE in Bosnia, che consenta di tenere questo paese agganciato ai progressi registrati dagli altri paesi della regione. Il Kosovo (in base alla risoluzione 1244/99 del Consiglio di sicurezza dell’ONU) è il paese più arretrato nel cammino verso l’integrazione nell’UE. La sua indipendenza non è mai stata riconosciuta da Belgrado che però negli ultimi anni, e specialmente in funzione europea, ha cercato di giungere a qualche forma di dialogo con la maggioranza albanese di Pristina.

L’Italia contribuisce in modo determinante al processo di integrazione dei Balcani nell’Unione Europea attraverso varie iniziative regionali tra le quali spicca l’Iniziativa Centro Europea (InCE), organizzazione internazionale devota al dialogo e all’integrazione europea. È utile sottolineare il successo di questa iniziativa iniziata nel 1989: metà degli Stati Membri dell’InCE ha partecipato ai SAP ed è entrata a far parte nell’Unione Europea.

Concludendo, l’allargamento dei paesi balcanici in Europa rappresenta una sfida ed un’opportunità per l’Unione Europea. Le sfide contemplano la difficoltà di motivare agli occhi della cittadinanza un ulteriore allargamento e la frustrazione delle popolazioni dei paesi coinvolti e dei loro governi per la complessità e la durata dei negoziati e dei SAP. Il successo di questo programma porterebbe ad una pacificazione a lungo termine dell’area, una rinascita economica, politica ed istituzionale. Evidentemente, occorre che l’Unione Europea dia risposte chiare e concrete a sostegno dell’integrazione di questa regione con il resto del continente, quale la liberalizzazione del regime dei visti, capace di migliorare concretamente la vita di quanti vivono oltre l’Adriatico.

di Bogdan Birmbaum e Mattia Salamanca Orrego

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