Nel primo quadrimestre del 2024, le emissioni di gas serra nell’UE sono diminuite del 4,0% rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo la quota di 894 milioni di tonnellate CO2-equivalenti.
Lo rivelano i dati trimestrali di Eurostat, pubblicati il 16 agosto scorso, dati che integrano per lo stesso periodo altre stime socioeconomiche, quali, ad esempio, il PIL. Al riguardo e nonostante tale riduzione, il Prodotto Interno Lordo (PIL) della zona UE ha registrato una crescita modesta, pari allo 0,3%. Fra i 20 Stati membri che hanno riportato una diminuzione delle emissioni, la Bulgaria guida la classifica con un calo del 15,2%, seguita da Germania (-6,7%) e Belgio (-6,0%). È interessante notare che, in tale gruppo, 12 Stati membri – tra cui Italia e Francia – sono riusciti a diminuire le emissioni pur garantendo una crescita del proprio PIL. Le riduzioni più consistenti si sono verificate nel settore relativo alla fornitura elettrica e di gas (-12,6%) e nei consumi domestici (-4,4%).
Un bilancio in chiaroscuro emerge invece dall’analisi del mix energetico nell’Unione. Sebbene nel 2022 l’energia solare abbia superato l’antracite come fonte per la produzione di energia elettrica, il carbone resta comunque una fonte di energia rilevante per alcuni Paesi, in particolare la Polonia. La necessità, per alcuni Stati membri, di garantirsi scorte di carbone ha inoltre comportato un consistente aumento della dipendenza dell’UE dalle importazioni di tale materiale nel 2022 (+15% su base annua), in particolare dalla Russia, le cui esportazioni sono state però colpite dalle misure restrittive imposte a seguito della guerra di aggressione in Ucraina (-45%).
Dati preliminari relativi al 2023 mostrano un quadro più positivo, con una riduzione del consumo di elettricità derivante da carbone in UE pari al 23% su base annua.
Per maggiori informazioni: i comunicati di Eurostat sulle emissioni di gas serra e sul mix energetico dell’UE.
