Il 18 giugno scorso, la Commissione europea ha adottato una relazione sull’attuazione della decisione quadro del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato, da cui emerge che la maggior parte degli Stati membri non ha ancora qualificato come illecito penale tutte le possibili fattispecie di corruzione nel settore privato. Obiettivo di tale decisione è quello di garantire, da un lato, che in ogni Stato membro siano considerati come illecito penale sia il “promettere, offrire o concedere” (corruzione attiva) sia il “sollecitare o ricevere” (corruzione passiva) un indebito vantaggio di qualsiasi natura nell’ambito di attività professionali nel settore privato; dall’altro, che anche le persone giuridiche possano essere dichiarate colpevoli di tali reati.
Nel prossimo autunno la Commissione pubblicherà un documento di lavoro sui rapporti tra corruzione e criminalità organizzata; essa selezionerà inoltre una serie di progetti in questo settore a seguito del primo invito a presentare proposte, il quale si inserisce nel quadro del primo programma specifico “Prevenzione e lotta contro la criminalità “,che ha una dotazione finanziaria di 18,5 milioni di euro.
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