L’Europarlamento approva la Carta dei diritti fondamentali

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La Carta dei diritti fondamentali dell’UE è stata approvata dal Parlamento europeo, che ha dato mandato al suo presidente di proclamarla solennemente, prima della firma del Trattato di riforma, insieme ai presidenti di Consiglio e Commissione. La cerimonia dovrebbe svolgersi il 12 dicembre a Strasburgo.
La Carta dei diritti fondamentali è stata approvata con 534 voti favorevoli, 85 contrari e 21 astensioni, insieme ad essa è stato approvato anche un emendamento che esorta Polonia e Regno Unito a fare ogni sforzo per giungere, dopo tutti gli altri Stati membri, a un consenso sull’applicabilità   illimitata della Carta.
Il Regno Unito beneficia infatti di un protocollo speciale sull’applicazione, secondo cui i poteri della Carta non possono essere estesi ai tribunali, britannici o europei, che colpiscono la legislazione britannica e non possono creare alcun nuovo diritto processabile nel Regno Unito: ad esempio, non possono essere istituiti diritti sociali o economici maggiori di quelli già   previsti dalla legislazione britannica. Tale protocollo speciale è stato ottenuto anche dalla Polonia.
La Carta dei diritti fondamentali riunifica tutti i diritti già   previsti per i cittadini dell’UE, contenuti nella Convenzione europea sui diritti umani e nella legislazione europea. Il suo scopo è di assicurare che le istituzioni europee rispettino tali diritti, affermandone l’esistenza, e che gli Stati membri li applichino quando ratificano la legislazione dell’UE.
La relazione approvata dall’Aula europarlamentare ricorda che già   nel novembre 2000 il Parlamento aveva approvato il progetto di Carta dei diritti fondamentali, proclamata a Nizza il successivo mese di dicembre dai capi di Stato e di governo. Rammenta inoltre che il Parlamento europeo aveva già   accettato le modifiche apportate alla Carta nel settembre 2003, aveva valutato l’esito dei lavori della Convenzione sul futuro dell’Europa e, nel gennaio 2005, aveva approvato il Trattato costituzionale redatto dalla Conferenza intergovernativa (CIG). L’Europarlamento sottolinea poi che, fornendo il suo parere sulla convocazione della CIG del 2007, «ha protetto lo status giuridico vincolante della Carta dei diritti fondamentali».

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