L’Estonia presenta tutti i requisiti necessari per apportare il proprio buon esempio ad un’Europa scossa da sfide crescenti e stabilità incerte.
Solo una generazione fa l’Estonia, come tutti gli Stati baltici, era ancora sotto il pugno della dittatura comunista dell’Unione Sovietica. Da allora, tuttavia, il paese ha rappresentato un modello per una rapida convergenza con tutti gli aspetti migliori dell’Europa occidentale. Nonostante una tendenziale diminuzione della qualità della democrazia e dell’apertura economica registrata nei paesi emergenti, Tallin ha mantenuto il livello delle sue prestazioni, attestandosi al secondo posto nella classifica dei paesi governati meglio. Amministrazione efficiente, basso tasso di corruzione ed eccezionale processo di digitalizzazione (di cui ne è esemplare dimostrazione il buon funzionamento dell’e-government) sono tra gli aspetti che più fanno onore al Paese.
Sotto il profilo economico, il paese ha registrato una forte ripresa dalla crisi finanziaria. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8 per cento e la Commissione europea ha previsto una crescita dell’economia del 2,8 per cento per il 2018. Importanti passi sono stati fatti anche a livello salariale, passando da un minimo di 350 euro mensili del 2014 ai 470 del 2017. Un’economia aperta, mercati del lavoro flessibile 90 per cento del Pil fondato sul commercio estero si sono rivelati ingredienti vincenti.
L’Estonia si dichiara così pronta ad applicare il suo modello di governo di trasparenza alla guida del Consiglio dell’Unione Europea che la vedrà giocare un ruolo chiave nella definizione dell’ordine del giorno e nella ricerca del consenso nella politica europea. Nei prossimi sei mesi si concentrerà su quattro settori chiave: un’economia aperta e innovativa, un’Europa sicura, un’Europa digitale caratterizzata dalla libera circolazione dei dati e un’ Europa inclusiva e sostenibile.
