Il 17 ed il 18 maggio Angela Merkel, Presidente di turno dell’Ue, e Josà© Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea, sono stati ricevuti dal Presidente russo Vladimir Putin a Samara, dove hanno discusso delle relazioni Ue/Russia e su questioni internazionali come lo statuto del Kosovo, il Medio Oriente e l’Iran. Il Vertice, come peraltro già previsto nei giorni precedenti, non ha portato alla conclusione di un trattato di partnership strategica più avanzata in sostituzione di quello attuale, che scade a dicembre ma verrà prorogato. Contrari ad un nuovo accordo erano soprattutto alcuni Stati membri, cui Barroso ha assicurato la «solidarietà europea» affermando che ogni difficoltà bilaterale è condivisa dall’Ue: la Polonia, per la questione del blocco russo all’importazione della sua carne, i Paesi baltici ed in particolare l’Estonia, per le recenti tensioni sulle minoranze russe. Altro capitolo in sospeso, quello dalla Carta energetica europea, che Mosca rifiuta di ratificare: gli accordi con i governi turkmeno ed kazako, siglati poco prima del Vertice di Samara, costituiscono anzi una battuta d’arresto per la diversificazione delle vie di approvvigionamento energetico europeo. La forza contrattuale europea, che contrapponeva l’arma commerciale a quella energetica, è indebolita dall’interesse dell’Ue ad integrare Mosca nel commercio internazionale, e Barroso ha ribadito che l’Ue appoggia «in pieno» la candidatura russa al WTO. Come reclamato dalle ong per la tutela dei diritti umani, Merkel si è detta «preoccupata» delle scarse garanzie in Russia, soprattutto a tutela della libertà di espressione.
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