Le priorità   politiche della presidenza belga dell’UE

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àˆ iniziato il turno belga alla presidenza dell’UE, i cui principali obiettivi riguardano il consolidamento delle istituzioni comunitarie, il rafforzamento della supervisione finanziaria e l’accelerazione dei dossier sull’allargamento relativi a Croazia, Islanda e Turchia.
Il programma della presidenza belga dell’UE si basa sugli accordi maturati nell’ambito del “trio” di presidenze che comprende anche la presidenza precedente (spagnola) e quella successiva (ungherese).
Al primo posto tra gli impegni previsti dalla neo-presidenza belga dell’UE c’è la completa attuazione del Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel dicembre scorso, che semplifica il processo decisionale europeo. Negli ultimi mesi, poi, l’Europa è stata scossa dal calo dell’euro e dal forte aumento dei disavanzi di bilancio degli Stati membri: la presidenza belga intende ridare impulso alla crescita e migliorare il governo dell’economia, anche attraverso la creazione di una nuova struttura europea di vigilanza dei mercati finanziari. L’obiettivo è fare avanzare il governo economico europeo verso una “Convenzione” nel prossimo mese di ottobre. Secondo la presidenza belga, «al posto di un coordinamento limitato alle politiche di bilancio e alla sorveglianza multilaterale che oggi non funziona, come dimostrato dalla crisi greca, serve una vera convergenza strutturale sulle politiche economiche e sociali.
Dal momento che il 2010 è l’Anno Europeo dedicato alla lotta alla povertà   e all’esclusione sociale, nel semestre di presidenza belga si discuterà   poi dei risultati ottenuti in seguito all’accordo stipulato all’inizio del nuovo millennio, secondo cui tutti i Paesi europei sono impegnati a dimezzare del 50% la povertà   nel mondo entro il 2020: la presidenza belga ha dichiarato di voler dare il suo contributo concentrandosi principalmente sui senzatetto, sulla povertà   infantile e il reddito minimo.
Non poche preoccupazioni desta perಠil fatto che il Belgio abbia assunto la presidenza di turno dell’UE con una situazione politica interna piuttosto complessa, un Paese politicamente spaccato in due come dimostrato dalla vittoria elettorale dell’ala fiamminga e un processo in corso per la formazione di un nuovo governo. Il primo ministro dimissionario, Yves Leterme, ha tuttavia assicurato che il Paese è pronto a presiedere l’UE perchà© il programma della presidenza belga si basa su «un lavoro di preparazione durato due anni e gode di largo consenso».

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