I ministri degli Affari Esteri dell’UE si sono incontrati a Bruxelles il 23 luglio per discutere del «caso Kosovo» e hanno sottolineato la necessità che Serbi e Kosovari si attivino per giocare un ruolo costruttivo nella fase di dialogo (i cosidetti «120 day talk»), nati per superare il blocco creatosi in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (20 luglio), a causa del veto della Russia.
«L’UE è convinta che ci sia ancora la possibilità di lavorare sulle basi di un responsabile ed effettivo multilateralismo» ha affermato il Commissario all’allargamento, Olli Rehn.
Il principale problema riguarda l’ipotesi in cui il nuovo giro di negoziati non riesca a far raggiungere un accordo tra Belgrado e Pristina e che il Kosovo agisca unilateralmente.
La diplomazia europea, incaricata dal piano previsto dalle Nazioni Unite ad operare per dare uno status alla regione, ha ammesso che una scelta unilaterale del Paese spaccherebbe a metà il blocco dei 27, proprio come era successo con l’invasione americana in Iraq nel 2003.
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