Talvolta, le fonti ufficiali e statali di vari governi hanno puntato su narrazioni cospirative e sulla disinformazione
Giovedì 30 aprile, Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha incontrato gli eurodeputati e le eurodeputate della commissione Affari esteri (AFET) del Parlamento europeo per discutere con loro del rapporto sulla disinformazione concernente il COVID-19 nel mondo, pubblicato dal Servizio europeo per l’azione esterna (Seae).
Il rapporto, aggiornato costantemente, si trova sulla piattaforma seguente: EUvsDisinfo.
Nello specifico, il rapporto del 24 aprile mette in evidenza tre elementi: una proliferazione di misinformazione, ossia un’informazione falsa, anche se non creata con l’intenzione di creare danno; incidenti di disinformazione, cioè un’informazione falsa e creata deliberatamente per danneggiare una persona, un gruppo sociale, un’organizzazione o uno Stato; altri episodi di manipolazione e distorsioni legati alla pandemia COVID-19.
Il rapporto ha sottolineato come, nonostante il loro impatto potenzialmente grave sulla sanità pubblica, le fonti ufficiali e statali di vari governi abbiano continuato a puntare su narrazioni cospirative e sulla disinformazione sia presso il pubblico dell’Unione Europea sia presso i Paesi del vicinato.
Da parte sua, il 17 aprile il Parlamento europeo aveva adottato una risoluzione per evidenziare come la disinformazione sul COVID-19 sia una materia di interesse primario. Sarebbe, dunque, opportuna l’istituzione di una fonte di informazione europea per assicurare a tutti i cittadini e tutte le cittadine l’accesso a informazioni accurate e attendibili. Gli eurodeputati e le eurodeputate hanno, inoltre, invitato le aziende che gestiscono social media ad adottare proattivamente misure atte a impedire la disinformazione e i discorsi di odio legati al Coronavirus.
Per approfondire: il comunicato stampa del Parlamento europeo