La tragedia di Marcinelle, stimolo per l’Europa

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Resiste nel tempo il ricordo della tragedia che, l’8 agosto 1956, nella miniera di Marcinelle in Belgio, fece 262 vittime, di cui 136 italiani e altri cittadini di molti Paesi d’Europa. Quasi stupisce, in un mondo dove tragedie di grande dimensione si moltiplicano senza sosta, che non sbiadisca questo ricordo, tenuto tenacemente in vita dalla memoria attiva degli italiani e dal riconoscimento dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità per il luogo di quel dramma.

Sarebbe importante se di quella tragedia non si dimenticasse nemmeno l’Unione Europea di oggi che anche da quella miniera è stata estratta, insieme al carbone e alle persone che vi persero la vita.

Già era nata nel 1951 la prima Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) e si stava preparando la creazione, con il Trattato di Roma del 1957, la nuova Comunità economica europea (CEE), quella che sarebbe diventata nel 1992 l’attuale Unione Europea: non è eccessivo considerare oggi Marcinelle uno dei suoi luoghi fondatori, insieme a quelli di tante altre tragedie europee, da quelli devastati dalle guerre a quelli ancora oggi segnati dalle tragedie dell’emigrazione forzata, come il nostro Mediterraneo.

Deve ricordare tutto questo l’Unione Europea mentre si avvia la nuova legislatura 2024-2029, in una stagione di guerre e di crisi che fanno tremare il mondo, senza dimenticare la molta strada fatta da quei lontani anni ‘50, quando l’Europa aprì lo straordinario cantiere del processo di integrazione comunitaria.

E’ un cantiere da riattivare con urgenza, per onorare quanti in passato vi persero la vita e per proteggere la vita di quanti oggi rischiano di perderla se non troviamo la forza di rilanciare quel processo di integrazione economica e sociale che si è andato allentando negli anni. Se lo ricordino quanti abbiamo mandato in Parlamento a Strasburgo e i nuovi Vertici UE che si vanno completando nei prossimi giorni, magari trovando il tempo di affacciarsi a Marcinelle: in fondo la vecchia miniera è sempre lì, a pochi chilometri da Bruxelles.

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