La memoria della schiavitù: un patrimonio storico e culturale da preservare 

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La Giornata Internazionale del Ricordo della Tratta degli Schiavi e della sua Abolizione, celebrata il 23 agosto, commemora l’inizio della rivolta a Saint Domingue (oggi Haiti) nel 1791, evento chiave per l’abolizione della tratta degli schiavi.

Istituita per la prima volta nel 1998, questa giornata serve a ricordare la tragedia della schiavitù e a riflettere sulle sue cause e conseguenze, promuovendo la comprensione tra Africa, Europa, Americhe e Caraibi.

Dal 1994, il progetto UNESCO “Le vie degli schiavi: resistenza, libertà e patrimonio” ha contribuito a far luce sulla storia della schiavitù, rompendo il silenzio che l’ha avvolta e promuovendo la memoria collettiva di questa tragedia collettiva. Il progetto mira a “derazzializzare” e a “decolonizzare” le visioni del mondo, mettendo in discussione le disuguaglianze ereditate da questo passato e promuovendo i contributi delle persone di origine africana al progresso dell’umanità.

Parallelamente, dal 1964, l’UNESCO ha sviluppato la “Storia generale dell’Africa”, un’opera pionieristica che ricostruisce la storia del continente africano, liberandola dai pregiudizi razziali derivanti dalla tratta degli schiavi e dalla colonizzazione. Quest’opera, composta da otto volumi, sottolinea il legame indissolubile tra il destino dell’Africa e quello dell’umanità, evidenziando le relazioni con altri continenti e il contributo delle culture africane. 

Un esempio significativo di memoria è il memoriale permanente per onorare le vittime della schiavitù e della tratta atlantica, inaugurato nel 2015 a New York e progettato da Rodney Leon. Il memoriale, chiamato “L’arca del ritorno”, rende omaggio al coraggio degli schiavi e degli abolizionisti, riconoscendo l’importante contributo delle persone di origine africana alle loro società.

Infine, la schiavitù ha lasciato un’impronta duratura anche nelle espressioni culturali. Tradizioni come il Tango in Argentina e Uruguay, la Samba de Roda in Brasile, la Marimba in Colombia e la Maloya a Réunion, sono tutte testimonianze del patrimonio culturale sviluppato dalle comunità afrodiscendenti. Queste tradizioni, nate dalla fusione di influenze africane, europee e indigene, rappresentano un ricco patrimonio culturale che continua a evolversi e a ispirare il mondo.

Ricordare la storia della schiavitù non è solo un dovere verso le vittime del passato, ma un impegno continuo a costruire un futuro basato sulla giustizia, la dignità e il rispetto per tutte le culture. 


Per un ulteriore approfondimento: visita l’articolo web dedicato sul sito UNESCO.

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