Mentre il governo greco porta avanti la politica delle liberalizzazioni e dei tagli alla pubblica amministrazione nel tentativo di risanare i conti pubblici, si susseguono le proteste sociali e sindacali nel Paese e alcuni Stati membri dell’UE chiedono ulteriori garanzie alle autorità di Atene.
Al Pireo i portuali greci manifestano contro la liberalizzazione del settore turistico-navale, dove i posti di lavoro a rischio sono oltre 20.000, osservando: «Liberalizzare serve a poco. Come credono di far ripartire l’economia se la gente perde il lavoro e si vede tagliare gli stipendi?». Al centro della capitale greca manifestano i dipendenti pubblici, mentre il ministro dell’Istruzione John Panaretos dichiara: «Abbiamo un settore pubblico da rifondare, dobbiamo cambiare abitudini antiche in poche settimane. Non per compiacere tedeschi o FMI, ma per salvare il Paese». Il governo greco, di fronte al rischio di fallimento economico e alle richieste di Fondo Monetario, UE e in particolare di alcuni Stati membri quali la Germania, intende proseguire le politiche di risanamento, mentre il tasso di disoccupazione ha ormai superato l’11% ed è in arrivo una riforma del sistema pensionistico oltre ad una revisione del servizio sanitario.
Intanto il governo tedesco chiede a quello greco «altre misure anti deficit» in cambio degli aiuti previsti: «La Germania darà il suo aiuto se ci saranno adeguate condizioni. La Germania si sente obbligata soprattutto alla stabilità dell’euro» ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel, sottolineando perಠche l’uscita della Grecia dall’area euro «non è un’opzione da prendere in considerazione». Mentre proseguono i colloqui tra autorità greche, FMI e UE per la concessione di un prestito entro la scadenza prevista del 19 maggio si profila l’insufficienza del pacchetto di aiuti da 45 miliardi di euro che UE (30 miliardi) e FMI avevano previsto nelle scorse settimane.