La crisi del COVID-19 ha inferto un duro colpo ai diritti fondamentali in Europa.
La rapida adozione delle decisioni di emergenza COVID da parte dei governi ha talvolta portato a misure sproporzionate, che hanno marginalizzato il ruolo dei contropoteri. Come conseguenza, insorgono incertezza giuridica e crepe nello Stato di diritto e nella democrazia in tutta l’UE. Questo che viene evidenziato durante l’audizione su “L’impatto del COVID-19 sui fondamentali diritti e Stato di diritto in tutta l’UE e il futuro della democrazia”. L’audizione è stata ospitata in collaborazione con l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (FRA), nell’ambito del Forum sui diritti fondamentali della FRA.
DIRITTI SOCIALI ED ECONOMICI: CALPESTATI E TRASCURATI NEI PROGETTI FUTURI
Un fattore preoccupante è stata la mancanza di una partecipazione significativa della società civile alle consultazioni sui piani di ripresa e resilienza: l’esclusione delle organizzazioni sindacali e datoriali e, talvolta, persino dei Parlamenti nazionali, ha portato i partecipanti all’audizione a lanciare un campanello d’allarme: la crisi del COVID non dovrebbe trasformarsi in una crisi di democrazia.
UN ENORME STRESS TEST PER LA DEMOCRAZIA E LO STATO DI DIRITTO
Con un’ondata di notizie false e disinformazione che si è diffusa in tutta Europa, era anche estremamente importante comunicare la logica alla base dell’adozione di misure, per garantire che fossero correttamente comprese e che fosse incoraggiata la fiducia del pubblico.
Tuttavia, si è verificata una tendenza generale verso un calo della fiducia del pubblico nelle istituzioni. Questa ha dato luogo a ulteriore disinformazione, polarizzazione e riluttanza a rispettare le politiche pubbliche.
Quest’erosione di fiducia può però avere gravi ripercussioni non solo sulla salute delle persone, ma anche su quella delle nostre democrazie.
Per saperne di più: La crisi del COVID-19 non dovrebbe trasformarsi in una crisi della democrazia