La BCE aumenta il costo del denaro

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Come già   ampiamente previsto dai mercati la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di rialzare di un quarto di punto i tassi di interesse, portando il tasso principale al 4,25% che corrisponde al valore più elevato da quasi sei anni.
Con questa decisione presa dal Consiglio direttivo, la BCE intende dare una risposta all’incremento dell’inflazione, che a giugno ha raggiunto il 4% nella zona euro, e ai continui rincari del petrolio, che ha ormai superato la soglia dei 146 dollari al barile.
In un momento in cui «i rischi di inflazione nel medio termine sono al rialzo», soprattutto per quanto riguarda energia e alimentari, «l’obiettivo primario è la stabilità   dei prezzi» ha dichiarato il presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, osservando come «l’inflazione è preoccupante e potrebbe rimanere alta per un periodo più prolungato di quanto avevamo inizialmente pensato». La BCE ha reso noto di non aver ancora preso alcun impegno su future mosse in materia di tassi, sottolineando che continuerà   a comunicare «con chiarezza ai mercati e agli osservatori» le sue valutazioni così da permettere a tutti di capire la sua posizione.
Con il rialzo dei tassi deciso dalla BCE il divario tra il costo del denaro della zona euro (misurato dal tasso principale) e quello negli Stati Uniti è salito a 2,25 punti percentuali, dal momento che lo scorso 25 giugno la Federal Reserve statunitense ha deciso di mantenere al 2% il tasso sui Fed Fund.

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