L’UE chiede chiarezza sull’attentato in Kosovo

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La Commissione europea auspica che sia fatta piena chiarezza sull’attentato esplosivo che ha causato due morti e dodici feriti a Pristina, capoluogo della provincia serba del Kosovo al centro del difficile negoziato sulla definizione del suo status futuro.
Le prime ipotesi formulate dalle autorità   locali riconducono la matrice dell’attentato alla criminalità   comune: l’obiettivo sarebbe infatti stato un esponente della mafia locale. L’area dell’esplosione è comunque bloccata e sottoposta a controlli anche da parte di militari della Forza di pace internazionale (Kfor).
Non si escludono perಠaltre motivazioni, dal momento che negli ultimi tempi è cresciuta la tensione tra la maggioranza albanese del Kosovo, che vuole l’indipendenza dalla Serbia, e il 10% circa di popolazione serba. Venerdì prossimo sono previsti a New York, a margine dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, negoziati diretti tra i dirigenti politici di Belgrado e di Pristina sul futuro della provincia, amministrata dall’ONU dal 1999 dopo la fine dell’intervento militare della Nato.
«Confidiamo nel fatto che le indagini della polizia possano individuare i responsabili e assicurarli alla giustizia», ha dichiarato la portavoce del commissario europeo all’Allargamento, Olli Rehn, rilevando che al momento le ragioni dell’esplosione non sono chiare e bisogna quindi aspettare la conclusione delle indagini per capire qual è la sua vera matrice.

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