Immigrazione: l’UE chiede chiarimenti a Italia e Malta

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Mentre continuano i respingimenti di migranti nel Canale di Sicilia ordinati dalle autorità   italiane, la Commissione Europea ha inviato una richiesta di informazioni a Italia e Malta per valutare la situazione venutasi a creare nelle ultime settimane.
Sottolineando che «qualunque essere umano ha diritto di sottoporre una domanda che gli riconosca lo status di rifugiato o la protezione internazionale», la Commissione Europea ricorda quanto affermato nel luglio scorso dal commissario europeo responsabile per Libertà  , Sicurezza e Giustizia, Jacques Barrot, secondo il quale «il principio di non respingimento, così come è interpretato dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo, significa essenzialmente che gli Stati devono astenersi dal respingere una persona (direttamente o indirettamente) laddove potrebbe correre un rischio reale di essere sottoposta a tortura o a pene o trattamenti inumani o degradanti».
Gli Stati membri dell’UE, osservava inoltre il testo del commissario europeo ricordato dal portavoce dell’esecutivo dell’UE, «non possono respingere dei rifugiati alle frontiere dei territori in cui la loro vita o la loro libertà   potrebbe essere minacciata a causa della loro razza, religione, nazionalità  , affiliazione a un gruppo sociale particolare, o della loro opinione politica». Secondo la Commissione, questo obbligo «deve essere rispettato durante l’attuazione dei controlli alle frontiere, conformemente al codice delle frontiere di Schengen, anche per le attività   di sorveglianza in alto mare».
Per evitare il ripetersi di queste violazioni dei diritti fondamentali è stata annunciata nei prossimi giorni una proposta della Commissione Europea secondo cui gli Stati membri potranno accogliere volontariamente dei rifugiati temporaneamente residenti in un Paese terzo, diverso da quello di origine da cui sono fuggiti: cosa che potrebbe riguardare ad esempio i cittadini somali ed eritrei provenienti dalla Libia e respinti nel Mediterraneo che, se tale proposta fosse approvata, potrebbero in futuro evitare i canali illegali delle migrazioni e affidarsi a quelli riconosciuti.
«Il principale obiettivo è dimostrare una solidarietà   maggiore nei confronti dei Paesi terzi nel ricevere i rifugiati» recita il testo della proposta, mentre l’interesse della Commissione Europea è quello di «coinvolgere un numero maggiore di Stati membri nella ricollocazione sul territorio dell’UE dei richiedenti asilo e fornire a chi fugge un accesso ordinato e sicuro alla protezione umanitaria». La proposta prevede anche la creazione dell’European Asylum Support Office, che si riunirà   regolarmente e ogni anno definirà   le priorità   circa la redistribuzione dei richiedenti asilo all’interno dell’UE. Gli Stati membri a loro volta pianificheranno ogni anno priorità   e numero di persone da accogliere ricevendo il sostegno anche finanziario dell’UE.
Intanto, mentre il governo italiano dichiara che «il sistema di respingimento funziona e noi continueremo con questa procedura per garantire non solo l’Italia ma anche l’Unione Europea», l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ANCNUR-UNHCR) denuncia la gravità   di quanto avvenuto negli ultimi giorni nel Canale di Sicilia: «Sono stati respinti donne e bambini somali che hanno chiesto di poter fare domanda d’asilo, implorando di non essere rimandati in Libia. Ma, nonostante fossero ancora a bordo della motovedetta italiana e in acque italiane, non gli è stata data la possibilità   di fare richiesta di asilo».

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