Il ritorno in campo delle armi chimiche mostra l’obsolescenza dei vigenti accordi internazionali in materia.

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Il 16 aprile del 2018 il Consiglio dei Ministri “Affari esteri e relazioni internazionali” è giunto ad alcune importanti conclusioni, sui temi del disarmo e della non proliferazione delle armi chimiche, in seguito ai recenti eventi della guerra in Siria.

In base a tali risultati, si evince che “l’Unione Europea è unanime nel fornire il proprio sostegno alla proibizione e al totale disimpiego di tali tipologie di armi”. La dichiarazione del Consiglio sottolinea inoltre che  l’atto di ricorrere ai gas chimici, in qualsiasi teatro di guerra, è ripugnante, sia che a compierlo sia uno Stato, oppure un soggetto non statale. Tale azione costituisce poi un’effrazione inescusabile del diritto internazionale. Qualsiasi sia il trasgressore, non vale nessuna immunità e coloro che si sono macchiati di tali crimini ne devono rispondere davanti ai tribunali della comunità internazionale.

Proprio le notizie provenienti dal teatro bellico siriano, non possono che rinforzare l’azione di ferma condanna da parte dell’Unione verso i perpetratori di suddetti crimini di guerra. E’ utile, da questo punto di vista, la prossima convocazione della conferenza per la revisione della convenzione sull’uso delle armi chimiche. Resta infatti necessario ristabilire una maggiore incisività del diritto internazionale in suddetti frangenti e, se possibile, rendere efficaci le sanzioni contro eventuali violazioni.

Per approfondimenti: il comunicato stampa

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