«Da oggi la parola d’ordine in Europa è solidarietà. Nessuno resterà da solo e nessuno agirà da solo», ha affermato David Sassoli
La Commissione europea ha recentemente espresso la propria volontà di istituire una “Corona Response Investment Initiative” destinata a sostenere i sistemi sanitari nazionali, il mercato del lavoro e le economie degli Stati membri dell’Unione Europea. Nello specifico, l’obiettivo è quello di apportare modifiche al regolamento sulle disposizioni comuni, al Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e ai regolamenti del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che l’Unione Europea farà tutto ciò che sarà necessario per sostenere gli europei e l’economia europea. «Sono convinta che l’Unione Europea possa resistere a questo shock. Ma ogni Stato membro dev’essere all’altezza di tutte le proprie responsabilità. E l’Unione Europea nel suo insieme ha bisogno di essere determinata, coordinata e unita», ha affermato von der Leyen.
Ribadendo l’eccezionalità di questa pandemia, che rappresenta una sfida senza precedenti per i sistemi sanitari, la presidente della Commissione europea ha sottolineato come essa metta a dura prova le nostre economie. Il mercato unico deve, dunque, vedere garantita la propria integrità, ma al tempo stesso devono essere introdotte misure che possano permettere agli Stati membri di godere della massima flessibilità in termini anche degli aiuti di Stato nell’ambito del Patto di stabilità e crescita.
La Commissione ha intenzione di destinare 37 miliardi di euro alla politica di coesione per la lotta contro la crisi del Coronavirus e al tempo stesso rinuncerà alla restituzione dei prefinanziamenti per i fondi strutturali per il 2020. Inoltre, la volontà di Palazzo Berlaymont è quella di includere la crisi della sanità pubblica nell’ambito del Fondo di solidarietà dell’UE, al fine di essere pronta a un’azione tempestiva per gli Stati Membri più colpiti dalla crisi.
Questa iniziativa riguarda direttamente, quindi, la commissione per lo Sviluppo regionale del Parlamento europeo, che si è dichiarata pronta a individuare quale sia il metodo migliore per poter garantire una rapida adozione e attuazione della “Corona Response Investment Initiative”. A tal proposito, Younous Omarjee, presidente della commissione, ha affermato: «L’Europa deve mostrare solidarietà in questo momento. La politica di coesione è intrinsecamente legata alla solidarietà e ora più che mai deve essere all’altezza della sfida, in modo che sia attuata nel modo più efficiente possibile. La commissione per lo Sviluppo regionale farà tutto il possibile per garantire che i fondi siano a disposizione dove è più necessario».
Quella di Omarjee non è stata l’unica voce proveniente dal Parlamento europeo a esprimersi in merito alla questione Coronavirus. Anche il presidente David Sassoli ha voluto commentare la crisi che sta colpendo l’Europa, ricordando come non si fosse affrontata una situazione simile a partire dal 1945. Poiché nessuno è in grado di gestire gli sforzi in maniera autonoma, le proposte della Commissione europea sono accolte positivamente, in quanto ogni sistema sanitario riceverà aiuti, quali materiali e finanziamenti alla ricerca di un vaccino.
Se da un lato la protezione delle vite umane è ritenuta primaria, Sassoli ricorda altresì l’importanza di «salvare il lavoro, le imprese e l’economia. Per fare questo basta rigore. I Paesi sono autorizzati a spendere tutto ciò che è necessario per garantire supporto ai lavoratori dipendenti e autonomi, alle imprese e alle banche».
Il presidente del Parlamento europeo ha, infine, esortato ad approvare rapidamente le proposte avanzate dalla Commissione europea. «Posso assicurarvi che il Parlamento lo farà il prima possibile. Per salvare i nostri Paesi dobbiamo far funzionare l’Europa. E dovremo fare ancora di più. Da oggi la parola d’ordine in Europa è solidarietà. Nessuno resterà da solo e nessuno agirà da solo».
Per approfondire: il comunicato della Commissione europea, il comunicato del Parlamento europeo e la dichiarazione di David Sassoli