I risultati della plenaria del Parlamento europeo

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Il 30 giugno 2017 è scomparsa Simone Veil, la prima presidente del Parlamento europeo eletto a suffragio universale. Sopravvissuta all’Olocausto, è stata una donna impegnata nella lotta politica e per i diritti femminili. In occasione della plenaria tenutasi il 4 luglio a Strasburgo, gli eurodeputati hanno reso omaggio alla vita di questa grande donna.

Nella medesima settimana, i parlamentari europei si sono occupati anche di altri temi. In particolare, in relazione al tema migratorio, da Strasburgo è giunta la proposta di destinare alla gestione di questo fenomeno i 6,4 miliardi facenti parte del bilancio 2016 rimasti inutilizzati.

Nell’ambito della politica di adesione, si è registrata una proposta di sospensione ai negoziati per l’adesione della Turchia al progetto comunitario qualora venisse portato a termine il processo di revisione costituzionale in senso autoritario.

Per quanto riguarda, invece, la lotta al terrorismo, trenta eurodeputati faranno parte di una Commissione speciale di dodici mesi per analizzare le implicazioni concrete della minaccia terroristica sul territorio continentale.

Sulla scia dell’accordo voluto da Obama, il Parlamento europeo si è espresso con un voto favorevole ad un accordo Cuba-UE.

È stato sottolineato, inoltre, come il 44% dei dispositivi elettronici potrebbe essere riparato anziché essere gettato via, per cui il Parlamento europeo ha cercato di evitare che vi siano prodotti caratterizzati da  obsolescenza programmata, strutturati in modo tale da dover essere sostituiti nell’arco di pochi anni.

Infine, a partire dalla cifra di 70 miliardi di euro di mancato gettito a causa dell’elusione sull’imposta relativa ai redditi delle società, essi hanno promosso una maggiore trasparenza circa la situazione finanziaria delle multinazionali, mediante la dichiarazione pubblica del loro fatturato netto. Sempre in tema economico, sono state votate nuove regole anti-dumping, al fine di ostacolare pratiche commerciali sleali da parte di Paesi terzi, con ricadute negative in termini occupazionali nel continente.

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