È tempo di bilanci per la Commissione europea, che ha presentato un rapporto per fare il punto sui progressi compiuti nei partenariati internazionali, accordi con Stati extra-UE.
I cinque anni passati sono stati caratterizzati da crisi globali senza precedenti, che i Paesi non avrebbero potuto affrontare da soli. Per questo, gli Stati membri si sono uniti in un’unica squadra, il “Team Europa”, rinnovando il modello di cooperazione multilaterale, in risposta al nuovo panorama geopolitico, specie all’intraprendenza cinese.
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I “nuovi” partenariati devono essere reciprocamente vantaggiosi e dare benefici alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. I Ventisette hanno rafforzato le collaborazioni con l’Onu, il G20 e le istituzioni finanziarie internazionali per definire politiche globali.
Tale approccio è stato adottato nel progetto Global Gateway del 2021, che dovrebbe mobilitare fino a 300 miliardi di €, entro il 2027, con investimenti pubblici e privati. Sono cinque le priorità che interessano diversi Stati del mondo: clima ed energia, transizione digitale, trasporti, salute, scuola e ricerca.
I progetti sono molti. Si va dagli aiuti per gli impianti di idrogeno verde in Namibia alla decarbonizzazione della Costa Rica. Dal dialogo sulla cybersicurezza con America latina e Caraibi, ai nuovi corridoi dei trasporti tra Angola-Congo-Zambia, passando per la questione sanitaria in Africa, perché in tempi di emergenza è cruciale migliorare l’accesso alle cure. L’UE ha aumentato gli investimenti nell’istruzione, con una grande attenzione per la parità di genere e la formazione dei futuri insegnanti africani.
Riguardo al tema migratorio, in cui la dimensione esterna è una componente essenziale, l’UE ha intensificato il dialogo con i Paesi di origine e di transito.
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