Nei Paesi dell’UE una donna, nell’arco della sua vita lavorativa, guadagna in media il 17,5% in meno rispetto ad un uomo. Per raggiungere la remunerazione di un uomo di pari livello lavorativo, una donna dovrebbe lavorare un numero di giorni in più che equivalgono al periodo compreso tra l’inizio di un anno e il 5 marzo, data non a caso scelta dalla Commissione Europea come prima Giornata europea per la parità retributiva tra donne e uomini.
Un’iniziativa lanciata per sensibilizzare il grande pubblico sullo scarto salariale ancora esistente in Europa tra i sessi.
Uno dei principi fondatori dell’Unione Europea, sancito già nel 1957 con il Trattato di Roma, è: «Lo stesso salario per lo stesso lavoro». Nonostante ciಠla riduzione del divario salariale tra i sessi procede a rilento: stando alle ultime cifre, relative al 2008, lo scarto salariale di genere va dal 5% in Italia al 30% in Estonia, una situazione che rispecchia le complesse disparità tuttora presenti sul mercato del lavoro.
In occasione della Giornata europea per la parità retributiva l’esecutivo dell’UE ha indicato quale sarà il suo impegno per ridurre il divario salariale: sosterrà iniziative per la parità salariale sul posto di lavoro; favorirà lo sviluppo di strumenti che consentano ai datori di lavoro di correggere ingiustificate disparità retributive fra i sessi; esaminerà come migliorare la trasparenza retributiva e in che modo le forme di lavoro atipico incidono sulla parità salariale; si adopererà per indirizzare donne e uomini verso professioni non tradizionali e facilitare l’equilibrio tra lavoro e vita privata per entrambi i sessi.
La normativa dell’UE e degli Stati membri sulla parità salariale ha permesso di diminuire i casi di discriminazione diretta, cioè quelli in cui a parità di mansioni lavoratori di sesso diverso non ricevono la stessa retribuzione. La disparità salariale abbraccia perಠuna realtà ben più ampia, che rispecchia le discriminazioni e le disuguaglianze attualmente presenti sul mercato del lavoro nel suo insieme.
L’opera di sensibilizzazione è quindi fondamentale per far conosce a datori di lavoro, dipendenti e parti interessate i motivi del divario retributivo tuttora esistente tra uomini e donne e i modi per ridurlo. La Commissione sta quindi portando avanti una campagna d’informazione in tutta l’UE con azioni nei 27 Stati membri. Il sito web della Commissione mette inoltre a disposizione un calcolatore del divario di retribuzione tra donne e uomini che consente a dipendenti e datori di lavoro di conoscere il divario di retribuzione tra i sessi.