«L’Olocausto rappresenta uno dei periodi più bui della storia dell’Europa e resterà impresso per sempre nella memoria dell’umanità » hanno dichiarato i responsabili del Consiglio d’Europa celebrando la Giornata internazionale della memoria.
Il presidente dell’Assemblea parlamentare, Lluà s Maria De Puig, ha osservato che la Giornata della memoria rappresenta «un’occasione per rendere omaggio alle vittime e per rafforzare la lotta al razzismo, che è stato all’origine dell’Olocausto», mentre il segretario generale Terry Davis ha ricordato l’iniziativa del Consiglio d’Europa lanciata nel 2002 dai ministri dell’Istruzione per celebrare la Giornata in memoria dell’Olocausto e di prevenzione dei crimini contro l’umanità , idea poi ripresa dalle Nazioni Unite che l’hanno proclamata Giornata internazionale della memoria. La data scelta per questa Giornata ricorda il 27 gennaio 1945, quando furono aperti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz.
L’Iniziativa è finalizzata soprattutto a sensibilizzare le nuove generazioni, compito complesso e delicato per gli insegnanti e i genitori ma di fondamentale importanza, perchà© «le generazioni future devono conoscere il passato al fine di proteggersi da simili minacce negli anni a venire», sottolinea il Consiglio d’Europa che ha elaborato una vasta gamma di strumenti educativi e ha stretto una collaborazione con la task force per la cooperazione internazionale in materia di educazione, memoria e ricerca sull’Olocausto (ITF).
Anche Amnesty International ha rivolto l’attenzione al mondo della scuola, proponendo a studenti e docenti una serie di attività educative da svolgere in classe per approfondire il tema della Shoah. «Consapevoli del ruolo che l’educazione ricopre nel promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra i popoli, le culture e le religioni, come sancito peraltro dall’art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani, confermiamo e rilanciamo il nostro impegno perchà© quello che è stato il più grave crimine contro l’umanità compiuto nel secolo scorso non venga dimenticato dalle nuove generazioni e, anzi, esse s’impegnino con sempre maggiore determinazione, affinchà© le parole “mai più!” non vengano gridate invano in Europa così come nel resto del mondo» si legge in un comunicato della Sezione Italiana di Amnesty.