
Durante il seminario del 6 marzo scorso a Varsavia, organizzato dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) in collaborazione con la sezione polacca della Rete europea di lotta alla povertà (EAPN) e con l’Università cittadina Janusz Korczak, si è ribadito che la casa ha un’importanza fondamentale nella vita delle persone e, quindi, non può essere considerata un privilegio. In particolare, il Comitato, già in occasione del suo primo Forum sull’edilizia abitativa svoltosi a dicembre 2024, aveva adottato un parere secondo cui la casa dovrebbe essere considerata un diritto fondamentale.
Gli oratori presenti al seminario hanno discusso sul tema del ruolo centrale che servizi di interesse generale di qualità possono svolgere nel soddisfare le esigenze abitative, soffermandosi più nel dettaglio sulla situazione di determinate categorie di famiglie e persone che non possono permettersi un’abitazione a condizioni di mercato. In questo contesto, hanno esortato l’Unione Europea ad agire con rapidità per far uscire l’Unione dalla crisi degli alloggi, evidenziando il fatto che la casa non dovrebbe essere considerata una merce come un’altra, riguardo al quale vigono esclusivamente le leggi di mercato, ma dovrebbe essere considerata come un’infrastruttura sociale essenziale e come una questione pubblica e non privata.
Per provare ad affrontare efficacemente la crisi abitativa, sarà necessario coinvolgere un’ampia gamma di attori e stabilire un quadro burocratico, legislativo e d’investimento flessibile e ben studiato. Tuttavia, l’edilizia abitativa rimane una prerogativa dei governi nazionali e delle autorità locali, per cui l’Unione potrà, per ora, solo appoggiare e favorire le misure nazionali. In particolare, nel 2026 sarà pubblicato il Piano europeo per gli alloggi a prezzi sostenibili e si sta pensando a una nuova strategia europea per l’edilizia abitativa.
Per maggiori informazioni: Il CESE chiede che sia garantito a tutti il diritto a un’abitazione